SULMONA - Un episodio gravissimo che il Movimento Italica condanna esprimendo piena solidarietà ai tre agenti feriti stamane da un detenuto nel corso di un controllo nella sezione speciale dell’Istituto di pena di Sulmona. “Da tempo chiediamo di destinare, al carcere Peligno, altri baschi blu per rafforzare l’organico sottodimensionato, ma il nostro appello resta inascoltato" interviene il coordinatore del Movimento, Alberto Di Giandomenico. Un detenuto del caercere di Sulmona questa mattina ha gettato dell’olio bollente sul corpo di un poliziotto 47enne, originario di Chieti.
Il poliziotto è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Altri 2 suoi colleghi, accorsi in aiuto, sono stati feriti e medicati. "Il caso, non isolato purtroppo, ripropone con forza il problema dello stato delle carceri italiane e le forti preoccupazioni per le gravi carenze di organico negli istituti di pena abruzzesi e in particolare per il carcere ad alta sicurezza di via Lamaccio - spiega il portavoce di Italica - Nella Casa di reclusione di Sulmona le carenze di personale sono croniche ormai e l’età media degli agenti è troppo alta. In base ai dati del 2017 nel carcere di Sulmona sono solo 256 i poliziotti assegnati e la forza reale si riduce a 252unità operative: 22 ispettori, 16 sovrintendenti e 214 agenti ed assistenti. Sono però sottoposti a detenzione 500 persone e di queste 200 sono detenuti ospitati nel padiglione verde, quello ad Alta sicurezza (As1 e As3), altri 300 posti letto sono occupati nel padiglione blu (As3). Inoltre ci sono 25 collaboratori di giustizia di prima fascia e nella struttura vivono ben 167 ergastolani. Un sovraccarico di lavoro per i 252 poliziotti se si pensa che sono anche impegnati in circa 1500 traduzioni l'anno, garantendo ai detenuti 961 tra visite mediche e ricoveri che impegnano ulteriormente i pochi poliziotti assegnati alla struttura carceraria - continua Di Giandomenico – Le organizzazioni sindacali denunciano che il vero problema è la chiusura dell’ospedale psichiatrico giudiziario che prendeva in carico particolari detenuti. Domando, perché non si applica la legge per garantire un'alternativa sicura per questi soggetti bisognosi di cure. Senza contare il sistema di vigilanza dinamica, a mio parere da rivedere per particolari detenuti che non sanno proprio autogestirsi - conclude il portavoce di Italica - Inoltre nel carcere Ovidiano è in corso l’ampliamento della struttura che porterà in valle altri 200 detenuti ed è indispensabile, sin da ora, che l’Amministrazione penitenziaria e il governo garantiscano per Sulmona, da subito, sicurezza e nuovi agenti di Polizia penitenziaria. Alla luce di tutto questo, il Movimento d’Identità e territorio sarà al fianco degli agenti feriti e dalla parte del Corpo di Polizia penitenziaria nella quotidiana battaglia a difesa dei diritti di uomini e donne costretti a lavorare in condizioni che non consentono un corretto e sereno svolgimento dei compiti istituzionali loro affidati".
Alberto di Giandomenico
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