Antonio Carrara Presidente della Comunita' Montana Peligna interviene sulla decisone del Tar di riammettere quattro comuni nel cratere del terremoto.Ieri sono state depositate le sentenze del TAR Lazio con le quali sono stati accolti i ricorsi dei Comuni di Pettorano Sul Gizio, Sulmona, Prezza e Roccacasale contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Commissario delegato per l'emergenza terremoto in Abruzzo, per l'annullamento dei decreti con i quali il Commissario delegato aveva individuato i comuni del cratere, nella parte in cui ha escluso i comuni ricorrenti.Nei prossimi giorni dovranno essere depositate le sentenze con le quali si deciderà anche degli analoghi ricorsi presentati dai comuni di Pratola, Raiano, Corfinio, Vittorito, Cansano, Introdacqua.I ricorsi furono decisi insieme dai comuni della Valle peligna (anche se qualcuno si è perso per strada) circa due anni fa, quando tutti i tentativi di convincere Bertolaso e Chiodi ,con i quali avemmo incontri, andarono falliti. I giudici del Tar, dopo aver richiesto e acquisito ulteriore documentazione, ritengono che nel procedimento di individuazione dei comuni ci sia stata un "oscurità procedimentale", in quanto la decisione sul singolo comune è totalmente "sganciata da qualsivoglia risultanza istruttoria". Per questo il Tar obbliga la Presidenza del Consiglio e il Commissario delegato a "procedere ad una rinnovata valutazione delle risultanze degli svolti rilievi macrosismici speditivi", "dando conto degli elementi di valutazione considerati e della applicazione dei criteri di rilevazione di cui alla MCS".
Gli avvocati, che dobbiamo ringraziare tutti, hanno fatto un buon lavoro.
E' una piccola battaglia vinta. Una battaglia che non avremmo voluto combattere perché già da allora si sarebbe potuto intervenire, come chiedemmo a gran voce anche con una manifestazione pubblica il 9 giugno 2009, evitando una disputa tra enti che dovrebbero collaborare nell'interesse dei cittadini e non farsi causa per vedere riconosciute delle buone ragioni di tutta evidenza.
Mi auguro che ora quelle buone ragioni si vogliano riconoscere, evitando il protrarsi di una vicenda giudiziaria, con l' immediata attuazione della decisione del Tar. Due anni fa il Presidente Chiodi ci confessò le sue perplessità sulle decisioni assunte, invitandoci a far valere le nostre ragioni in sede giurisdizionale. Lo abbiamo fatto. Oggi, in qualità di commissario delegato, può sciogliere le oscurità procedimentali riconoscendo le buone ragioni dei comuni peligni.