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sabato 22 novembre 2025

"CONFAGRICOLTURA ABRUZZO STRONCA L’ATTACCO AL VINO E DENUNCIA LA DERIVA MEDIATICA"

CHIETI - I vertici di Confagricoltura Abruzzo intervengono per fermare una distorsione che danneggia la filiera.L’intervista pubblicata oggi da AbruzzoWeb sul vino, costruita con toni sensazionalistici e accostamenti che definire forzati sarebbe un eufemismo, rappresenta per Confagricoltura Abruzzo un atto di irresponsabilità comunicativa. Trattare il vino come fosse una sostanza tossica da etichettare con avvertenze sanitarie estreme significa ignorare la realtà, colpire un intero comparto produttivo e alimentare una narrazione che danneggia imprese, famiglie e territori. È una linea che non informa, ma altera la percezione pubblica di una delle filiere più importanti del Paese.
"Rispondiamo all’istigazione delirante e negativa diffusa in un’intervista di AbruzzoWeb nei confronti di un settore, quello vitivinicolo, ormai costretto a difendersi da una gogna mediatica che si ripresenta con disarmante superficialità" afferma Mauro Lovato, presidente di Confagricoltura Chieti. "Non è la prima volta che il vino diventa bersaglio, ma raramente si è vista una ricostruzione così sbilanciata, pensata per spingere verso avvertenze catastrofiche come ‘Nuoce gravemente alla salute’."
"Non entriamo nel merito degli studi né nella professionalità di chi si propone come custode della salute pubblica" prosegue. "Ma un conto è la ricerca, un altro è costruire un’intervista a partire da un titolo violento come ‘VINO È TOSSICO’, cucendo insieme allarmismo, suggestioni e accostamenti impropri per generare paura e confusione."
"Nel gennaio 2023 la Commissione Agricoltura della Camera ha votato all’unanimità contro l’introduzione di etichette denigratorie sul vino" ricorda Lovato. "Non essendo riusciti in quella sede, oggi si realizza un’intervista confezionata ad hoc, nella quale si affianca addirittura l’etichetta che il professore vorrebbe vedere sulle bottiglie. Un espediente comunicativo che serve a inculcare negli spettatori l’idea che il vino sia un veleno, avvicinandolo al cancro, agli stupefacenti, ai danni mentali, anche in caso di consumo moderato. Un percorso narrativo costruito per gradi, che oscilla da una negatività all’altra senza alcun filo logico."
"Colpisce il silenzio su altri temi molto più rilevanti per la salute pubblica" osserva ancora. "Gli zuccheri, che invadono ogni tavola; le bevande industriali delle multinazionali, che muovono profitti incalcolabili. Su questi argomenti nessuno si espone. Ma quando si tratta di colpire l’agricoltura, allora improvvisamente tutto diventa semplice."
"Il punto più grave riguarda ciò che non viene detto: le conseguenze" denuncia Lovato. "Nell’intervista si parla di eliminare il vino come se fosse un gesto neutro, ignorando che dietro ci sono migliaia di imprese, famiglie, territori. Non c’è una proposta, non c’è una soluzione: solo l’invito a smettere di bere vino. È un modo di comunicare che non fa prevenzione, ma crea danno."
"Fa male leggere e ascoltare certe affermazioni che trattano il nostro lavoro come un problema da abbattere" conclude. "Da anni respiriamo un vento di diffamazione verso l’agricoltura, e questa intervista è solo l’ennesima manifestazione. Se accadesse ciò che qualcuno auspica, saremmo costretti a tagliare i vigneti, a rinunciare al futuro delle nostre imprese. Avremmo forse legna per scaldarci qualche giorno, poi andremmo tutti a mangiare a casa sua. Vergogna."
Confagricoltura Abruzzo ritiene imprescindibile tornare a un confronto basato su responsabilità, evidenze e proporzioni. Il settore vitivinicolo non è un bersaglio da colpire a colpi di estremismi comunicativi, ma una filiera che sostiene territori, occupazione e competitività. Demonizzarlo significa indebolire le comunità che vivono di agricoltura e ignorare il ruolo che il vino ha nella storia, nell’economia e nella cultura del Paese".


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