ATELETA - Assolti per non aver commesso il fatto. Tornano in libertà i due amanti Rita Guerra, moglie della vittima, e Antonio Di Bucci, entrambi imputati dell'omicidio del cameriere di Ateleta, Giuseppe Petrilli. La Corte d'Appello dell'Aquila li ha assolti. Il difensore di Rita Guerra Giuseppe Merlino : "Finisce un
incubo basato su elementi probatori piu' volte smentiti dagli
stessi consulenti della Procura della Repubblica di Sulmona". Tutto risale al 7
dicembre del 2003, quando il corpo di Giuseppe Petrilli fu
trovato carbonizzato nella sua Fiat Panda in una scarpata al
chilometro 8 della strada provinciale 84, nei pressi di
Pietransieri, tra Roccaraso, dove lavorava, e Ateleta, dove
viveva. Inizialmente si penso' a un incidente dovuto al
ghiaccio, ma alcune impronte sulla neve fresca e il corpo di
Petrilli rinvenuto all'interno del bagagliaio dell'auto
incendiata indussero
gli investigatori a seguire la pista dell'omicidio. I primi riscontri arrivarono dall'autopsia effettuata sei mesi dopo il fatto, quando emerse che Petrilli poteva essere morto in seguito a un colpo alla testa e che gli arti superiori erano mancanti. Antonio Di Bucci e la moglie di Petrilli, Rita Guerra, amanti al momento dei fatti per loro stessa ammissione, furono accusati in concorso dell'assassinio del cameriere, della distruzione e soppressione del cadavere.
gli investigatori a seguire la pista dell'omicidio. I primi riscontri arrivarono dall'autopsia effettuata sei mesi dopo il fatto, quando emerse che Petrilli poteva essere morto in seguito a un colpo alla testa e che gli arti superiori erano mancanti. Antonio Di Bucci e la moglie di Petrilli, Rita Guerra, amanti al momento dei fatti per loro stessa ammissione, furono accusati in concorso dell'assassinio del cameriere, della distruzione e soppressione del cadavere.