Inizialmente a finire nel registro degli indagati furono un 18enne ed un 14enne, ai quali poi si aggiunse anche un 17enne ritenuto l’autore materiale di uno dei video pubblicati anche su un gruppo WhatsApp.
Le misure cautelari detentive sono state disposte dai Giudici per le indagini preliminari del Tribunale di L’Aquila e del Tribunale per i Minorenni del capoluogo sulla base dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dai Carabinieri nella delicata fase delle indagini, coordinata sinergicamente dalle Procure della Repubblica, ordinaria e minorile, di L’Aquila.
L’indagine ha avuto avvio sul finire del mese di agosto, quando la vittima, di età inferiore a 14 anni, ha trovato il coraggio di rivolgersi al numero “114 – emergenza infanzia” e raccontare di essere stata costretta a subire abusi sessuali, anche di gruppo, sotto reiterate minacce di morte e di divulgare, tramite social networks, un video dal contenuto sessualmente esplicito che la ritraeva, realizzato a sua insaputa da uno degli indagati.
La delicata indagine ha permesso di raccogliere importanti riscontri investigativi che hanno permesso l’identificazione degli odierni arrestati, nonché di ricostruire l’intera vicenda, protrattasi per mesi".
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