Ascolino Bernardi nasce a L’Aquila per l’anagrafe - in effetti a Paganica - il 12 agosto del 1964, terzo figlio di Agata Lorenzetti (per tutti Dina) e di Domenico, fondatore della società IRTET, acronimo di Impresa Reti Telefoniche Elettriche e Telegrafiche, società rimasta attiva fino alla fine degli anni ’90 del secolo scorso. È l’amatissimo “piccolo di casa”, arrivato dopo 6 anni dalla sorella Anna e 8 e mezzo dalla primogenita Marcella. Come da usanza tradizionale, prende il nome del nonno, che tutti chiamavano comunemente Ercolino (Cannapuccio, il soprannome a Paganica), ma il cui vero nome attestato in tutti i documenti risulta, appunto, Ascolino. Nome mai sostituito con altro: Ascolino è sempre stato, per tutti, Ascolino, e lui lo ha portato sempre molto volentieri.
Ascolino frequenta a Paganica la scuola elementare “Francesco Rossi”, alunno del compaesano maestro Antonio Divizia. A L’Aquila la scuola media - la “Pascoli”, in via san Marciano - ed il liceo scientifico “Andrea Bafile”. Nel 1991 si laurea in Ingegneria Elettronica presso l’Università dell’Aquila, con il Prof. Francesco Valdoni, con una tesi sperimentale sui circuiti integrati VLSI, sviluppata a L’Aquila presso l’Alenia Spazio (oggi Thales Alenia Space Italia), dove viene assunto a seguito di un percorso di tirocinio.
Per più di trenta anni Ascolino è componente di un gruppo d’avanguardia nell’ambito della competenza elettronica, con elevata abilità nello sviluppo di progetti complessi di circuiti digitali, portandone a termine un numero davvero elevato, e nei processi di verifica, maturando un’esperienza duratura e proficua che non è facile trovare nei contesti accademici e industriali. Fin dai primi inizi della sua carriera ha svolto anche un ruolo di supporto e guida per studenti e giovani ingegneri, nell’ambito della collaborazione tra ateneo e azienda, che si è sempre articolata sul duplice percorso della ricerca e della formazione degli studenti.
È difficile comprendere del tutto il suo lavoro, a causa del livello così altamente specialistico di questa particolare branca dell’ingegneria elettronica, indispensabile per le telecomunicazioni. Se il papà Domenico con la “sua” IRTET aveva lavorato per le telecomunicazioni nel secondo dopoguerra, realizzando la posa di centinaia di chilometri di linee telefoniche in palificazione, che hanno connesso paesi e città dell’Abruzzo ma anche di altre regioni, Ascolino lavora nel campo delle comunicazioni satellitari contribuendo alla progettazione di circuiti digitali facenti parte, ad esempio, dei cosiddetti trasponditori satellitari per telecomunicazioni.
In parole povere, se alcuni dei satelliti in orbita intorno al nostro pianeta riescono ad inviare e ricevere dati e segnali alla e dalla base a terra, è grazie a questa tecnologia così avanzata, sviluppata in un’azienda d’avanguardia del nostro territorio aquilano, grazie allo studio e all’impegno lavorativo di tecnici di così elevata competenza come il nostro Ascolino, che ha dato un contributo anche in missioni di cui un po' tutti abbiamo notizia perché hanno avuto una grande eco mediatica, come ad esempio:
⦁ “Rosetta”, la missione spaziale sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e lanciata nel 2004, con l’obiettivo dello studio della cometa 67P/Churyumov-Erasimenko. La sonda vera e propria è stata chiamata Rosetta, perché l’obiettivo della missione è svelare i segreti riguardanti il sistema solare e la formazione dei pianeti; il nome del lander, Philae, deriva dall'isola in cui fu ritrovato un obelisco che ha aiutato la decifrazione della stele di Rosetta;
⦁ la missione spaziale ExoMars sviluppata dall’Agenzia Spaziale Europea e da Roscosmos per esplorare il pianeta Marte. Di tale missione è stato parte il lander Schiaparelli, che è stato progettato e costruito in Italia da Thales Alenia Space con lo scopo di fornire a ESA la tecnologia per compiere un atterraggio controllato sulla superficie del Pianeta rosso.
Ascolino, però, non è solo l’ingegnere. È anche l’appassionato di sport, in primo luogo il Rugby, grande conoscitore della storia della palla ovale, sia della gloriosa L’Aquila Rugby che del Paganica Rugby: nomi, storie e aneddoti di partite, campionati, personaggi. Presente, ogni volta che gli è stato possibile, sugli spalti dello stadio aquilano, o all’Olimpico di Roma per incontri del “6 Nazioni”, o in Irlanda solo per veder giocare i neozelandesi AllBlacks E poi amante della nostra città L’Aquila e della sua storia, della montagna, del cinema, del jazz, della buona cucina… Infine, ma non per ultimo, Ascolino amava l’amicizia, la convivialità, i paesaggi, le cose belle, l’arte, tutto ciò che poteva nutrire il corpo e l’anima. Ma sempre con quel suo particolare tratto di autenticità, di attenzione ai valori e alle persone, cifra della sua straordinaria sensibilità culturale e affettiva nelle relazioni.
Legato fortemente alla sua famiglia e al suo paese, Ascolino ha saputo conservare intatte le intense e significative relazioni con gli amici del ’64, come con i compagni di scuola di ogni ordine, sempre presente nelle ricorrenze ed animatore di iniziative di aggregazione. Impegnato nel sociale, è stato particolarmente vicino all’AIDO - Associazione Italiana Donatori di Organi, nella quale ha anche ricoperto il ruolo di Presidente del Gruppo comunale dell’Aquila. Ascolino, che nelle ultime settimane aveva portato con grande dignità, coraggio e consapevolezza i suoi problemi di salute, tenuti sempre nella personale discrezione quasi a difendere la serenità di amici e colleghi, è deceduto prematuramente il 4 agosto del 2024.
Questi pochi cenni biografici e sulla storia professionale di Ascolino non hanno la pretesa di raccontare a pieno la persona, ma definiscono il contesto della sua vita e contengono elementi che ci fanno comprendere il “perché” e il “come” della panchina realizzata dai suoi amici paganichesi della classe 1964, inaugurata in un bel pomeriggio di sole domenica 19 ottobre. Alla bella e sobria cerimonia erano presenti le sorelle Anna e Marcella con le loro famiglie, i colleghi di ricerca e progettazione nella Thales Alenia Space, gli ingegneri Mariano Livi e Francesco Quaranta, colleghi anche di studi universitari, com’anche l’ing. Fortunato Santucci, Professore ordinario di Telecomunicazioni all’Università dell’Aquila, l’amico di famiglia don Federico Palmerini parroco della Parrocchia Universitaria dell’Aquila, Mariano Volpe, presidente del Comitato pro Santuario. Inoltre tanti altri amici.
Tra questi soprattutto i suoi coetanei della “classe 1964”, che hanno promosso e realizzato questa magnifica iniziativa in memoria di Ascolino: Gianna Ferella, Norma Paiola, Giustino Tennina, Paola Cicino, Vincenzo Centi, Eric Tudico, Dario Ferella, Silvana Pasqua, Roberta Vivio, Alessandra Amicarelli, Paolo Moro, Concettina Panepucci, Augusto Zugaro, Patrizia Bernardi, Gianni Tennina, M.Grazia Mattuccilli, Rita Castri, Giulia Mecchia, M.Grazia Chiaravalle, Gianni Zugaro, Marino Rotellini, Luciana Cocciolone, Tiziana Garnieri, Sabatino Fiordigigli, Annamaria Ferella, Annamaria Bottacchiari, Daniela Volpe, Sandra Ciuffetelli e Don Dionisio Rodriguez, parroco di Paganica, che dalla Colombia, dov’è in visita ai familiari, ha mandato un affettuoso messaggio.
Anna e Marcella hanno condiviso con puntuali sottolineature il significato del gesto dei coetanei di Ascolino. La “panchina” ci parla dell’amicizia. È segno della profondità dell’amicizia, grandissima forma d’amore. Il “perché” sta in un legame di nascita, appunto la “classe 1964” di Paganica, che si è trasformato in un sentimento profondo, diventando vita vissuta, vicinanza, fraternità vera. La storia professionale di Ascolino, invece, ci fa capire il “come”. Fornisce la chiave di lettura dei simboli che sono stati incisi sulla panchina, il rover e il Pianeta rosso, che parlano inequivocabilmente di lui a chi lo ha conosciuto e amato. Don Federico ha brevemente tratteggiato il valore dell’amicizia, il senso della coltivazione della memoria, la scelta sul “dove” collocare la panchina, nei pressi del Santuario, il luogo altamente simbolico della spiritualità di Paganica, molto amato da Ascolino. È seguita la recitazione del Padre nostro, preghiera che Gesù ha insegnato agli apostoli e a tutti i cristiani, poi la benedizione.
C’è poi il “perché” di una panchina vicino al Santuario della Madonna d’Appari? È una seduta che ti accoglie e ti invita ad alzare lo sguardo verso la Vergine Maria, madre che ha conosciuto il dolore, ma ha conservato la Speranza. Chiunque arriverà al Santuario, troverà questo pensiero, questo invito, questa consolazione al proprio dolore. “Siediti su questa panchina, riposa un attimo, affida il tuo dolore a Maria, senti accanto a te tutti coloro che, come te, sono feriti per la perdita di una persona cara, alza lo sguardo a Dio, a Gesù Risorto...”. Dunque questa non è semplicemente “la panchina in memoria di Ascolino - ha annotato Anna - ma la panchina di tutti, donata al Santuario da quegli amici che hanno sofferto per la perdita di uno di loro, ma hanno risposto con la generosità, con la fede, con un gesto di accoglienza rivolto a tutti, ad ogni passante o pellegrino.”
Dopo l’inaugurazione chi scrive ha conversato - sulla personalità, la sensibilità e le connotazioni caratteriali di Ascolino - con tre suoi amici speciali, Francesco Quaranta, Mariano Livi e Fortunato Santucci, con i quali egli ha condiviso gli studi liceali e quelli universitari nella Facoltà di Ingegneria dell’Ateneo aquilano. I primi due sono poi stati per un trentennio suoi colleghi di lavoro alla Thales Alenia Space, azienda di produzione, ricerca e progettazione (di satelliti e componenti spaziali) insediata nell’area industriale dell’Aquila, mentre il Prof. Santucci è un docente di Ingegneria dell’Ateneo aquilano e direttore del Centro di Eccellenza Ex-EMERGE. Mi hanno parlato della discrezione di Ascolino riguardo le sue condizioni di salute, fin quando, avvertendo la gravità della condizione, egli li ha chiamati da Bergamo, dov’era ricoverato, confidando a ciascuno il suo stato clinico, quasi scusandosi. Un modo per salutare quei suoi tre amici straordinari, un congedo affettivo profondo, come solo Ascolino poteva immaginarlo a qualche giorno dalla sua dipartita.
L’Ing. Livi così ha tratteggiato l’amico e il compagno di studi e di lavoro: “Con Ascolino abbiamo condiviso gli studi universitari e l'attività lavorativa e professionale. Un percorso impegnativo, ma allo stesso tempo ricco di gratificazioni. Ascolino era una persona schiva, riservata, metodica e molto preparata. La cosa che ho apprezzato maggiormente di lui è stata la grande dignità con cui affrontava i problemi di salute che hanno caratterizzato la sua vita, confinandoli sempre all'interno di una sfera personale e privata, senza lamentele e vittimismo. Non ha mai "utilizzato" i suoi problemi personali per trarne vantaggio alcuno, affrontava ogni giorno con estrema naturalezza e professionalità, come se i suoi problemi non esistessero. È stato un grande insegnamento per tutti noi.”
Bella e intensa anche la testimonianza che il Prof. Santucci mi ha consegnato. “Ascolino, collega e amico di una vita. Nel ruolo di docente di telecomunicazioni dell’Università degli Studi dell’Aquila ho avuto modo di stabilire e consolidare nel tempo proficui rapporti di collaborazione con Thales Alenia Space e, in particolare, con il team di ingegneria che si occupa di progettazione di circuiti digitali presso il sito dell’Aquila. In tale contesto l’Ing. Ascolino Bernardi, laureatosi presso la nostra università e a sua volta inseritosi in azienda a seguito di un percorso di tirocinio coordinato dal compianto Prof. Francesco Valdoni, ha apportato un eccellente contributo ai progetti di ricerca congiunti con l’accademia locale e nazionale. Ha trasmesso, inoltre, il suo prezioso bagaglio di conoscenze e competenze ai numerosi studenti che, già dall’anno accademico 1995-96, ebbe modo di seguire come supervisore nell’ambito delle internship aziendali. Il profilo professionale dell’Ing. Bernardi – sottolinea il Prof. Santucci – è stato corredato da qualità umane e intellettuali di indiscutibile pregio, che risultano fondamentali per trasferire ai nostri studenti motivazioni, sostegno, attitudine alla collaborazione e educazione al rispetto reciproco. Sono proprio la presenza e l’attività quotidiana di professionisti come l’Ing. Bernardi che contribuiscono alla crescita generale delle conoscenze, allo sviluppo di un’azienda high-tech, allo creazione delle tanto auspicate collaborazioni accademico-industriali e, infine, alla crescita complessiva del territorio nel quale si opera. Al di là, e prima ancora, del contesto professionale, ho avuto modo di conoscere e frequentare Ascolino sui banchi del liceo e dell’università, per consolidare poi una grande amicizia per tutta la vita, condividendo questo privilegio con la mia famiglia e con gli altri componenti di un bellissimo e solidale gruppo di amici. Innumerevoli sono i ricordi, alcuni dei quali legati a passioni comuni come il rugby, e un elemento che sicuramente li caratterizza è la piacevole compagnia di una persona buona, onesta, di grande spessore intellettuale, comunque generosa e disponibile verso gli altri anche quando le vicissitudini di salute ne hanno messo duramente alla prova la tenuta. Quando Ascolino mi telefonò, alla fine di un caldo pomeriggio di fine luglio del 2024 con la voce un po’ flebile ma con i modi sempre gentili, per informarmi che il giorno dopo avrebbe dovuto subire un esame diagnostico piuttosto delicato in quel di Bergamo, fui indotto immediatamente a realizzare che si trattava di un repentino e doloroso commiato.”
La memoria di Ascolino vivrà nel ricordo dei tanti che lo hanno conosciuto e frequentato, dei suoi colleghi di studi e di lavoro, degli amici con i quali ha condiviso passioni sportive e predilezioni culturali, dei coetanei paganichesi con i quali ha vissuto tante giornate di allegria e fraternità, condividendo in armonia iniziative e conviviali nel segno del rispetto reciproco, dell’attenzione premurosa e solidale, dell’amicizia vera. Ascolino Bernardi lascia un esempio di talento professionale non ostentato, di modestia, propria delle persone di grande valore, di attaccamento a valori universali. Ascolino ha reso davvero un grande onore a Paganica, L’Aquila e all’Abruzzo, la terra che gli ha dato i natali e della quale è andato sempre orgoglioso.
Un’ultima annotazione, ma di rilevante significato. Su proposta e con contributo di Thales Alenia Space- Italia l’Università degli Studi dell’Aquila, con decreto del Rettore Prof. Edoardo Alesse emesso il 24 luglio 2025, ha deliberato di conferire 2 Premi di Laurea dell’importo di Euro 2.000 (duemila) ciascuno per tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica, Ingegneria Elettronica e Ingegneria delle Telecomunicazioni, inerenti a tematiche relative all’analisi, simulazione e progettazione di dispositivi ed architetture di elaborazione digitale del segnale per applicazioni satellitari, intitolati alla memoria dell’Ing. Ascolino Bernardi. Si prevede che entro la fine dell’anno l’apposita Commissione valutatrice avrà esaminato le numerose candidature già pervenute e avrà decretato i vincitori".
di Goffredo Palmerini
Nessun commento:
Posta un commento