L'ho riportato semplicemente per evidenziare quella che sta divenendo sempre più la descrizione di un epitaffio più che quella di un gesto eroico. Ad essere commemorato in questo caso, infatti, non è il ricordo di un eroe morto in guerra bensì la "morte" del sistema penitenziario italiano che, con un sovraffollamento di detenuti da fare paura e la mancanza di decine di migliaia di poliziotti penitenziari, può tranquillamente essere ascritto quale "cimitero amministrativo" delle cose che in Italia non funzionano più o, se lo fanno, ricadono nella classica eccezione che conferma la regola.
A dir la verità l'aspetto "esanime" che va a caratterizzare il mondo penitenziario di oggi vede il suo inizio collocarsi indietro nel tempo. Di quando, cioè, in maniera assurda e con decreti altrettanto assurdi si è agito sul taglio delle assunzioni nel pubblico impiego senza capire a quali conseguenze si sarebbe andato incontro o, come ad esempio accaduto con la decisione di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari, a vantaggio di Residenze per le misure di sicurezza fantasma che agiscono come se stessero in un mondo impostato al contrario giacché, spesso, riportano in carcere soggetti da loro ritenuti ingestibili (sto ovviamente parlando di un paradosso ma di questo ne parlerò in separata sede).
Tornando ai titoli riportati in epigrafe e ritrovati utilizzando il motore di ricerca più cliccato del web invito chiunque a farlo e tutti i giorni. Vi accorgereste che non manca giorno in cui il medesimo argomento non venga riportato come se fosse una litania cantata in un paese caratterizzato da una guerra intestina.
D'altronde imbattersi oggi in notizie del genere non è così complicato visto che rispetto al passato le aggressioni al personale, per gran parte perpetrate a loro danno proprio da quei soggetti psichiatrici che dovrebbero stare in un manicomio giudiziario o quanto meno in una Rems e non in un carcere sprovvisto di personale sufficiente e preparato per la loro gestione, sono oggi moltiplicate per 100.
Mi chiedo, arrivato a questo punto, se non sia veramente il caso di tornare indietro nel tempo e cancellare quella firma che ha decretato la chiusura degli OPG con incredibile quanto imperdonabile fretta, ovvero superficialità.
Per quanto attiene invece ai droni che portano "robaccia" in carcere mi rifaccio ancora una volta a quello che il Procuratore Nicola Gratteri va dicendo da tempo. Si utilizzino i jammer.
Aggiungo che se proprio pensano che non sia possibile perché il metodo proposto da chi il jammer ce l'ha tutti i giorni a pochi metri risulti essere un oggetto "troppo pericoloso" per la salute, che ricorressero alla semplice soluzione, come più volte suggerito da un poliziotto penitenziario di stanza al carcere di Sulmona, ovverosia quello di mettere semplicemente le grate alle finestre e, stante la carenza di organico della polizia penitenziaria, facendo pattugliare dall'esercito ciò che non è più nelle possibilità dei baschi blu penitenziari".
-Il delegato nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella-
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