SULMONA - La storia del melodramma attraverso la storia bicentenaria del Teatro Marrucino di Chieti, che da sempre ha dato lustro al "bel canto", è stata ripercorsa in un viaggio appassionante guidato dalla finezza narrativa del regista e autore di teatro e di cinema, Michele Mirabella e dall'Orchestra Sinfonica Abruzzese che ha accompagnato il soprano Mariarita D'Orazio, il tenore Romolo Tisano e il baritono Emilio Marcucci. La sinfonia della "Cenerentola" di Gioacchino Rossini ha aperto oggi pomeriggio il concerto nel Teatro comunale "Maria Caniglia".
"Un bel teatro, un teatro che amo e nel quale sono già stato in occasione del concorso internazionale di canto lirico dedicato a Maria Caniglia" ha sottolineato Mirabella presentandosi sul palco. Con la "Cenerentola" il Marrucino accolse per la prima volta la lirica, nel 1818, anno della sua inaugurazione. Più tardi il Marrucino ospitò il "Rigoletto" di Giuseppe Verdi.
Importante poi fu l'appuntamento con l'opera "Stella" dell'abruzzese Camillo De Nardis. Attraverso la presentazione di veri e propri tesori del "bel canto", come le più celebri arie "La donna è mobile" di Giuseppe Verdi, "Io son l'umile ancella" di Francesco Cilea e due trascinanti terzetti "Zitti zitti, piano piano" da "Il barbiere di Siviglia" di Rossini e "Stretti insiem" da "La figlia del Reggimento" di Gaetano Donizetti che ha concluso la rassegna. "L'opera è vedere la musica" ha spiegato Mirabella, per descrivere il significato e l'efficacia dell'opera lirica, specchio, come la letteratura ed altre arti, della società, della storia e dei costumi di una civiltà.
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