SULMONA - Sono oltre 600 gli interventi in sei anni effettuati al Santissima Annunziata di Sulmona. Quattrocento, di questi, sono donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Sotto i ferri, per smaltire l’adipe, anche soggetti con peso superiore ai 200 kg. Massiccio flusso (70%) di malati da fuori regione: Lazio soprattutto, a seguire Calabria, Campania e Puglia. Ed è in questo modo che il nosocomio peligno, unico in Abruzzo, ottiene il riconoscimento di centro altamente specializzato dalla società italiana della chirurgia dell’obesità (Sicob). Un’investitura che premia una lunga attività, iniziata nel 2010 e che, a suon di risultati, ha conquistato ormai ampie fette di utenza da regioni del centro-sud. Per avvalersi del servizio ci si prenota al Cup e da quel momento inizia il percorso fino all’operazione chirurgica. Gli oltre 600 soggetti, operati nell’arco degli ultimi 6 anni, erano affetti non da semplice sovrappeso (che resta al di fuori del trattamento chirurgico e che si fronteggia con diete e altro) bensì dall’obesità patologica, quella che arriva fino a 200 e (oltre) chilogrammi e che abbassa drasticamente la qualità di vita del paziente. La massa patologica in eccesso di adipe (quantificata da parametri basati sul rapporto tra altezza e peso) rende il paziente ad alto rischio dimalattie cardiovascolari, diabete, ipertensione; richiede dunque un apparato ospedaliero che comprenda, oltre alla chirurgia, i reparti di rianimazione, Utic e centro trasfusionale. In aggiunta, è necessario un pool di specialisti, adeguatamente formati in centri d’eccellenza, composto nutrizionista, pneumologo, cardiologo, anestesista-rianimatore, endoscopista, psicologo, neurologo, diabetologo, angiologo e endocrinologo. Tutti requisiti di cui l’ospedale di Sulmona è in possesso e che, unitamente all’alto tasso di difficoltà degli interventi chirurgicieffettuati, gli hanno fatto guadagnare il riconoscimento. Da rimarcare un dato importante: l’assenza di decessi in 6 anni di attività: fatto rilevante perché gli obesi patologici, rispetto ai pazienti ordinari, corrono un pericolo 10 volte superiore di arresto cardiaco. La chirurgia antiobesità del presidio peligno, di cui è responsabile Paolo De Meis e che si svolge nell’ambito della chirurgia generale diretta da Maurizio Tempesti, fa persino meglio di ciò che chiedono i severi requisiti Sicob: circa 100 interventi l’anno a Sulmona (rispetto ai 50 minimi richiesti) e una gamma di trattamentisuperiore a quella indicata dalla Sicob. A Sulmona, oltre al pallone intragastrico (collocato nello stomaco per dare un senso di riempimento), viene praticato bendaggio gastrico (che rallenta la frequenza di assunzione di cibo e che registra il più alto numero di interventi 243), la plicaturagastrica (riduzione del volume dello stomaco), sleeve gastrectomy (volume gastrico ridimensionato e ‘modellato’ come un tubulo) e il by-pass gastrico. Età dei pazienti 18-60, i due terzi (quasi 400) sono donne. “Siamo l’unico ospedale in Regione”, dichiara De Meis, “ad aver avuto la certificazione della Sicob che rappresenta un premio alla qualità del lavoro svolto e alla sinergia che ha unito reparti e servizi dell'ospedale.
Barbara Delle Monache
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