SULMONA - Quest'anno ricorrono due importanti anniversari legati ad altrettanti eventi storici che hanno caratterizzato il secolo scorso: la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Impero austroungarico, e la fine della Seconda guerra mondiale. Nonostante siano trascorsi cento anni dall'entrata dell'Italia nello scacchiere della Prima guerra mondiale e settanta anni dall'annientamento delle forze nazifasciste che sancì la fine del Secondo conflitto mondiale, il ricordo dei tragici eventi è ancora impresso, oltre che nella memoria collettiva, anche e specialmente, negli insediamenti antropici del territorio.
Questa mattina presso la sede della Scuola di Polizia Penitenziaria di Fonte D'Amore si è tenuto un incontro con la presenza del senatore Franco Marini, il professor Mario Setta, il dottor Mario Salzano e le autorità militari.Presenti anche gli allievi del 169°corso di polizia penitenziaria che domani presteranno il loro giuramaneto in corso Ovidio, nella scalinata dell'Annunziata.Per l'occasione è stato visitato anche il campo 78.La città di Sulmona, nonostante l'enorme distanza che la separava dal fronte nord-orientale, fu parte integrante di un più ampio progetto logistico militare. Nel territorio comunale furono diversi gli insediamenti di sostegno alle manovre belliche: un ospedale militare di riserva, una vedetta contraerea, un lazzaretto, una prigione militare... e un campo di concentramento per prigionieri di Guerra.
Il Campo di Concentramento di Fonte D'Amore fu uno degli ottanta campi di concentramento italiani costruiti a pochi mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Assieme all'edificio dell'Abbazia Celestiniana e della Caserma Umberto I, il Campo di Fonte D'Amore, dal 1916 al 1919, ospitò migliaia di soldati dell'Impero austroungarico. Negli anni, centinaia di prigionieri, morirono nell'infermeria del campo, a causa delle rigide condizioni detentive.
Terminata la Prima guerra mondiale, parte del Campo fu convertito a base militare, mentre una buona parte di esso, ceduto al Ministero di Grazia e Giustizia, fu adibito a colonia di lavoro per i detenuti civili del vicino carcere della Badia. Con l'inizio del Secondo conflitto mondiale, le competenze su Fonte D'Amore, tornarono all'Amministrazione Militare e ancora una volta, il campo, tornò alla sua primaria destinazione: un luogo per la detenzione dei prigionieri di guerra, contrassegnato dalla burocrazia del regime fascista, con il n.78. Questa volta, gli ospiti del Campo furono principalmente i soldati degli eserciti "alleati": in maggioranza inglesi, americani, jugoslavi e australiani.
Oggi su quell'area, la stessa che una volta era delimitata dal filo spinato, la stessa che ospitava i prigionieri di guerra, sorge la Scuola di Formazione ed Aggiornamento del Corpo di Polizia e del Personale dell'Amministrazione Penitenziaria di Sulmona.
Le celebrazioni di un passato così doloroso sono momenti di riflessione collettiva importanti nel cammino intrapreso dagli Stati europei, da quel lontano 1957, con i Trattati di Roma, per l'integrazione dei Popoli europei, allora nemici, oggi alleati, consapevoli che un'Europa pacificata è una realtà sempre più possibile e auspicabile per il benessere comune delle Genti.
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