SULMONA - Sos infiltrazioni malavitose. Questo l'allarme lanciato, questa mattina, dal segretario generale del Sappe, Donato Capece riguardo alle famiglie dei 500 detenuti rinchiusi nel carcere di via Lamaccio a Sulmona. Una condizione, conosciuta da tempo in città visto il regime carcerario di alta sicurezza, sembra essere aumentato negli ultimi anni tanto da destare molta preoccupazione a livello territoriale. Si chiede di monitorare per far si che la situazione non dilaghi e lo si fa proprio a ridosso dell'estate
quando i controlli potrebbero subire dei rallentamenti a causa delle vacanze estive. Numeri alla mano sembrano non esserci ma la preoccupazione pare concreta. Un viaggio tra le mura del penitenziario peligno per individuare le criticità. Criticità che non sono nuove. Si parla di troppi detenuti per un numero di 250 agenti. Sessanta in meno rispetto a tre anni fa. Una condizione di sotto organico che sembra pesare, però, soltanto ai sindacati visto che il ministero continua a ribadire che:"Va bene così". "Questo carcere deve essere monitorato - ha sottolineato Donato Capece -. Non solo per il regime carcerario che ospita ma anche per la carenza di organico e per le gravi situazioni di stress provocate da turni massacranti. Per questo chiediamo nuova forza lavoro e più controllo. E poi, ci sono agenti che devono smaltire duecento giorni di ferie. Tutto questo non è possibile la forza lavoro di questo penitenziario ha il diritto di riposare come tutti gli italiani". Una condizione di precarietà, quella che si vive nella casa di reclusione sulmonese, una situazione che va avanti da anni e che non riesce a trovare una soluzione concreta. Anzi, come ha sottolineato il sindacato, sarà aggravata ulteriormente nei prossimi mesi quando sarà pronto il nuovo padiglione che ospiterà altri 300 detenuti senza alcuna previsione per ciò che concerne nuovo personale. Sarà mantenuta, invece, la scuola di Polizia Penitenziaria per la quale si era paventata una chiusura qualche mese fa. A smentire la notizia lo stesso Capece che parla di una scuola a pieno regime. Una delle migliori in Italia. Durante l'incontro fuori dai cancelli del carcere si è parlato anche della carenza dei mezzi traduttori. Furgoni blindati ormai obsoleti non sostituiti e che, spesso e volentieri, si fermano durante i trasporti mettendo a rischio la vita degli stessi agenti.
Barbara Delle Monache