SULMONA - Scoperto un sistema di truffe da quasi 300 mila euro alle assicurazioni basato su falsi incidenti stradali. 47 persone denunciate, 70 le denunce (in quanto qualcuno è stato segnalato 4 volte per lo stesso reato), tra cui tre medici (due di Pescara e uno di Roma), avvocati, professionisti, commercianti, anziani, extracomunitari e cittadini di diverse categorie sociali, non solo di Sulmona. Cento persone sono state ascoltate, tra loro molte indagate, durante la lunga e complessa indagine durata 14 mesi svolta dagli ispettori Donato Calvi e Daniele LErario della squadra anticrimine del commissariato di polizia guidato da Francesca La Chioma, che questa mattina hanno spiegato i fatti nella sede di via Sallustio (foto). Partendo dall'analisi dei referti medici redatti dai sanitari del Pronto Soccorso sia dell'Ospedale di Sulmona che di Popoli, sono stati
individuati diversi casi di distorsione del rachide cervicale (colpo di frusta) che hanno attirato l'attenzione del personale della Squadra Anticrimine, in quanto le persone coinvolte spesso erano le stesse. In tutti i casi, si trattava di incidenti stradali con due o tre veicoli coinvolti, in cui i feriti erano sempre 4 o 5, tutti a bordo dell'auto che aveva subito il tamponamento. E' cominciato così un lento e faticoso lavoro di ricerca, che ha consentito di individuare una serie di incidenti stradali sospetti, risalenti al periodo compreso tra il 2008 e il 2011. Dopo aver ascoltato le persone coinvolte è stato appurato che non si conoscevano tra loro e non sapevano fornire alcuna indicazione sul sinistro, rilasciando, a volte, anche versioni contrastanti tra loro. Punto in comune, in tutti i casi, era la gestione della pratica infortunistica da parte della stessa agenzia di Sulmona, il cui titolare aveva già precedenti specifici per truffa.
L'attivita' di indagine ha consentito di accertare che il titolare dell'agenzia e altre due persone sue conoscenti che individuavano le persone da coinvolgere, promettendo guadagni facili o favori di altro tipo, e organizzavano il finto incidente, sfruttando il fatto che e' obbligatoria la sola perizia sul veicolo che ha subito il sinistro e non su quello che lo ha causato. Pertanto, utilizzando auto gia' danneggiate o danneggiandole appositamente, riuscivano a farsi riconoscere il risarcimento da parte delle assicurazioni.
Solo in due occasioni i periti si sono resi conto di trovarsi di fronte a casi sospetti: nel primo, il perito ha chiesto di periziare il veicolo che aveva causato il sinistro, e verificato che non c'erano danni compatibili con la dinamica, ha sospeso il risarcimento; nel secondo, la compagnia ha addirittura dato mandato ad un investigatore privato per poter far luce sull'incidente. In alcuni casi, invece, si e' accertato che l'incidente c'era stato realmente ma, alle persone presenti nel veicolo tamponato, ne sono state aggiunte altre che non erano a bordo della vettura. Ciascun falso incidente ha fruttato tra i 16.000 e i 20.000 euro di risarcimento.
Il reato contestato a tutti gli indagati e' quello previsto dall'articolo 642 del codice penale: fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, in concorso.
Tra le persone denunciate ci sono anche due medici che collaboravano con l'agenzia di infortunistica stradale sulmonese. Questi sono stati deferiti, oltre che per violazione dell'articolo 642 anche per falsita' ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessita' (art. 481 c.p.). Uno e' stato denunciato anche per favoreggiamento, mentre un altro per violenza o minaccia per costringere a commettere un reato,, in quanto ha costretto in due occasioni una persona che aveva un debito con lui a partecipare alla truffa. Le compagnie assicurative che hanno sporto querela per gli episodi scoperti sono in tutto cinque.