soprattutto nei nostri territori montani, rappresentano un punto di riferimento, un momento di congiunzione tra societa' civile e istituzioni. Ma soprattutto rappresentano un filtro importante per la sicurezza dei cittadini nei confronti di possibili infiltrazioni della malavita organizzata.
vasti, zone montane spesso molto distanti tra di loro e di
difficile raggiungimento per chi non ha facilita' di spostamento, territori che
convogliano un grande numero di persone. Pensiamo ad Avezzano il cui bacino di
utenza e' tra i piu' ampi dell'Abruzzo, oppure al presidio di Sulmona, centro di fondamentale importanza, anche in virtu'
della presenza di un carcere di massima sicurezza. Con la loro soppressione
- prosegue ancora Di Pangrazio - si correrebbe il rischio di staccare la spina
a dei territori che, nel giro di qualche anno, si sono ritrovati privi di ogni
forma di servizio e di tutela. La giustizia e la liberta' tanto paventata dai
protagonisti di questa pessima pagina politica non si possono raggiungere
sopprimendo i luoghi in cui tali principi fondamentali vengono esercitati. La
direzione mi sembra invece contraria. Si e' guardato, in maniera sempre piu'
frequente negli ultimi anni alla giustizia come peso per i conti pubblici,
macchina lenta e inefficiente. Il tema della sicurezza, grazie soprattutto alla
propaganda leghista e ai problemi del nostro primo ministro, e' stato ridotto
ai domini dell'emigrazione e della privacy, senza tuttavia guardare ai bisogni
quotidiani dei cittadini e alle necessita' delle strutture giudiziarie.
L'inefficienza della macchina della giustizia in questo modo non verra' di
certo risolta. Al contrario tale situazione sara' fertile per chi invece
dall'assenza di giustizia puo' creare profitto. Il territorio
sottoutilizzato della Valle Peligna non puo' diventare, in assenza di presidi
di legalita' quali il tribunale, obiettivo o terreno appetibile di chi non e'
abituato a rispettare legalita' e liberta' altrui. Allo stesso modo 