SULMONA- Per discutere della manovra finanziaria e
della proposta di soppressione dei Tribunali non provinciali il prossimo
venerdi 26 agosto alle 11.00 si riuniranno in assemblea nel palazzo di
giustizia di piazza Capograssi gli avvocati del foro di Sulmona insieme alla
parlamentare Paola Pelino. Pronta ad appoggiare giudici, ordine degli avvocati e
dipendenti dei tribunali interessati è la Uil
PA penitenziari, al fine di garantire la permanenza degli
attuali presidi giudiziari e di
rivendicare il loro sacrosanto diritto di
continuare a svolgere la loro attività nei posti ove la stessa la svolgono da
decenni. E’ contraria, infatti, alla paventata
chiusura dei tribunali minori il vicesegretario regionale Mauro Nardella. “L'idea
di sopprimere i tribunali di Avezzano, Vasto, Lanciano e Sulmona” scrive in una
nota
“produrrebbe un aggravio di spese per l'amministrazione penitenziaria e di
lavoro per la polizia penitenziaria oltre che per tutti i dipendenti che
attualmente svolgono la loro attività nelle attuali strutture giudiziarie e che
sarebbero così costretti a fare le valigie. Le migliaia di udienze, che ogni
anno si effettuano in tali istituzioni e che prevedono la traduzione dei
detenuti in attesa di giudizio dalle carceri ai tribunali e viceversa,
sarebbero per forza di causa maggiore spostate in realtà ben più lontane
rispetto a quelle attuali. Quello che ne consegue è un esborso economico
maggiore per le direzioni dei penitenziari interessati e un aggravio di lavoro
per
la Polizia
Penitenziaria già di per sé gravata di surplus di lavoro e il
più delle volte costretta a tradurre i ristretti sotto scorta ,stante la
cronica carenza di organico, e con mezzi fatiscenti e inaffidabili.
Tra le altre cose va aggiunto che il fatto di effettuare le
traduzioni a poche decine di metri dalle strutture penitenziarie consente agli
uomini del nucleo traduzioni di effettuare altri servizi nella stessa giornata
quali ad esempio visite ospedaliere, postali, etc. Ci associamo quindi”
conclude il sindacalista “alle organizzazioni di categoria per evidenziare
quanto sconveniente sarebbe portare avanti una politica così improduttiva dal
punto di vista del risparmio e del servizio da rendere alla società”
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