SULMONA - Al cantiere Snam di Case Pente i comitati ambientalisti di Sulmona sono intervenuti questa mattina. "La Snam ha piantato su una collinetta di terra di sbancamento un albero di Natale. Ma si è dimenticata di mettere sotto l' albero i pacchi regalo per i cittadini.
Allora abbiamo pensato di portare noi i pacchi che la Snam rifila al nostro territorio"affermano i comitati contro la costruzione del metanodotto.
"SULMONA, AMBIENTALISTI NO SNAM ENTRANO NEL CANTIERE DELLA
CENTRALE CON PACCHI DONO SPECIALI PER L’ALBERO DI NATALE"
Questa mattina quattro attivisti No Snam – Mario Pizzola, Alba Silvani, Emilio Secchiatti e Daniela Colaberardino – sono entrati nel cantiere di Case Pente a Sulmona dove è in costruzione la centrale di compressione della multinazionale del gas.
“La Snam ha avuto un bel pensiero per la città allestendo un albero di natale su una collina artificiale ben visibile anche da lontano – hanno dichiarato gli attivisti -, peccato però che la Snam si sia dimenticata di mettere sotto l’albero i doni per i cittadini. A questo abbiamo rimediato noi portando dei pacchi regalo con su scritto: “aria inquinata”, “distruzione ambientale”, “scempio archeologico”, “attenzione rischio esplosioni”. Questi sono i veri pacchi che la Snam sta rifilando al nostro territorio”.
Gli attivisti hanno spiegato che con questa iniziativa hanno voluto denunciare, ancora una volta, i danni e i rischi che la Snam sta causando a Sulmona e alla Valle Peligna. La centrale inquinerà l’aria peggiorando la salute pubblica e la qualità della vita, in una valle con il fenomeno dell’inversione termica; per realizzare l’impianto è stata distrutta completamente un’area verde di 12 ettari ai confini del Parco nazionale della Maiella, è stato eliminato un importante tratto del corridoio faunistico dell’Orso bruno marsicano e sono stati abbattuti illegalmente 317 alberi di ulivo; le ruspe della Snam hanno cancellato per sempre le testimonianze di un abitato con 40 capanne risalente all’età del bronzo, cioè a 4200 anni fa, il che avrebbe consentito di conoscere la vera storia degli antichi abitanti del territorio peligno; la centrale e il metanodotto rappresentano un serio pericolo perché tali impianti sono a forte rischio di esplosioni come dimostrato, tra l’altro, da quanto accaduto a Mutignano di Pineto nel marzo del 2015.
Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato che ha preso le generalità degli attivisti e di due giornalisti, dopo di che gli agenti hanno detto che quella era un’azione illegale perché è proibito entrare in un cantiere in cui sono in corso lavori, di conseguenza hanno ordinato di abbandonare il luogo.
“Siamo perfettamente consapevoli del fatto che stiamo violando la legge, ma non è la prima volta che lo facciamo - ha detto Mario Pizzola -, siamo costretti ad attuare la disobbedienza civile perché tutti i nostri esposti sulle illegalità compiute dalla Snam sono stati ignorati e la multinazionale, guarda caso, continua a non denunciarci perché evidentemente teme che in Tribunale possano emergere le verità che invece preferisce tenere nascoste. Ricordiamo a chi di dovere che chi sta violando la legge è proprio la Snam. Infatti, il cantiere della centrale è stato allestito senza adempiere alle prescrizioni obbligatorie stabilite dal decreto VIA e i lavori vanno avanti con una autorizzazione decaduta. Comunque da qui ce ne andremo quando lo decidiamo noi. Altrimenti dovrete portarci via con la forza”.
Dopo alcune ore gli attivisti sono scesi dalla collina e sono usciti dal cantiere, promettendo che la protesta contro la centrale e il metanodotto Linea Adriatica, che dura ormai da 18 anni, non si ferma. “La Snam non può essere considerata al di sopra della legge – hanno aggiunto -. Siamo in uno Stato di diritto e non possono esserci “intoccabili”. La lotta contro quest’opera dannosa, pericolosa ed inutile continuerà”.
Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile






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