I quattro incontri alla Ca’ Foscari di Venezia, alla Biblioteca Cabral di Bologna, alla Cattolica di Milano e alla Libreria Tuba di Roma hanno coinvolto i lettori nella riflessione di importanti temi di impegno civile. La poesia di Widad Nabi, attraverso la valorizzazione della femminilità, vuole evitare lo stereotipo del “poeta rifugiato” per accordarsi a una visione più complessa e completa della comprensione della condizione umana e dell’esilio, inteso non solo nella sua specifica appartenenza storico-geografica ma anche nella sua dimensione interiore.
“Questo tour” dichiara l’editrice Valeria Di Felice “conferma la volontà della Di Felice Edizioni di proseguire sulla strada dell’editoria impegnata, selezionando voci poetiche soprattutto del mondo arabo, in grado di aprire un varco al confronto e alla conoscenza reciproca.” Ricordiamo che la casa editrice abruzzese ha pubblicato opere di interesse internazionale come le raccolte Epicrisi del poeta di origini palestinesi Ashraf Fayadh, appena uscito dal carcere in Arabia Saudita dopo aver scontato otto anni di reclusione e 800 frustate per la sua attività letteraria, e La testa dei tanti cappelli del poeta siriano Hadi Danial (entrambi tradotti da Sana Darghmouni dell’Università di Bologna).
Un continente chiamato corpo, di Widad Nabi, traduzione e cura di Simone Sibilio e postfazione di Ilaria Giovinazzo
Di Felice Edizioni, collana Il Gabbiere diretta da Leandro Di Donato, 2025.
Pagine 216, con testi originali in arabo a fronte".
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