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mercoledì 5 febbraio 2025

DI MARCO SU EMENDAMENTO TERMALISMO: "COSÌ LA DESTRA HA SCARICATO CARAMANICO, ISTITUENDO UN NUOVO POLO TERMALE ATTRAVERSO UNA MODIFICA A UNA LEGGE MILLEPROROGHE. PORTERÒ IL TEMA IN VIGILANZA"


POPOLI - "Con l'emendamento approvato ieri in Consiglio sul Polo del benessere Popoli Terme, la maggioranza di destra ha definitivamente messo nero su bianco il suo disinteresse sul futuro di Caramanico e delle sue terme secolari. La determina di Areacom pubblicata ieri di "non affidamento" alla Virgo perché il progetto non prevede termalismo, non è una difesa di quel patrimonio, perché la Regione non ha nulla di concreto in programma per il suo rilancio e ha persino detto no in fase di bilancio al mio emendamento che proponeva lo stanziamento di fondi per un'auspicabile acquisizione, in modo che, superato lo scoglio della proprietà, si potesse definire con il territorio e le istituzioni locali, nelle forme più consone, il rilancio delle nostre terme. A fronte di questi atti mi chiedo e chiederò a chi di dovere: un Polo del benessere può essere istituito attraverso un emendamento a una legge milleproroghe? Ma soprattutto, a cosa serve tale organismo se la Regione Abruzzo ha già un Distretto abruzzese del benessere da quasi vent'anni, che unisce 12 Comuni, fra cui anche Popoli, con sede a Caramanico? Abbiamo già cancellato intenti e futuro per il centro termale più importante d'Abruzzo, fermo dal 2021 perché il Governo regionale non è stato capace di mettere in piedi una strategia di rilancio con il territorio?" sottolinea il consigliere regionale Antonio Di Marco annunciando che porterà il tema nella seduta della Commissione di Vigilanza richiesta e dedicata già a Caramanico.

 



"Sul termalismo c'è una legge da oltre vent'anni, non certo una milleproroghe, la n. 15 del 10 luglio 2002, sulla Disciplina delle acque minerali e termali, che nacque nel 2002 con il governatore Giovanni Pace e che al titolo V, dall'articolo 64, stabilisce anche strumenti e modi per rilanciare il settore con i canali giusti – sottolinea Di Marco -. È una normativa che diede il via libera al Distretto abruzzese del benessere, a cui fece da motore anche la Delibera di Giunta Regionale n. 1.270/P del 25 novembre 2005, governatore Del Turco, una sorta di Consorzio formatosi attraverso un protocollo d'intesa firmato a Caramanico, capofila del DAB, il 30 agosto del 2005 da 12 comuni: Abbateggio, Canistro, Caramanico Terme, Popoli, Raiano, Rivisondoli, Roccamorice, S. Eufemia a Majella, Salle, Scafa, Sulmona, San Valentino in Abruzzo Citeriore. Un gruppo che di concerto con la Regione stese un piano industriale per consolidare il ruolo dei territori termali abruzzesi, quale fattore aggregante del sistema turistico regionale, con obiettivi di breve, medio e lungo periodo che prevedevano la realizzazione di nuove strutture ricettive e di ristoro, la connessione con quelle esistenti, la riabilitazione motoria, la promozione, la formazione, l'occupazione e la riapertura e il completamento del centro termale di Popoli. Un'azione integrata, insomma, in cammino.

Ma invece la destra cosa fa? Propone un emendamento a una legge che dovrebbe occuparsi solo di rinvio dei termini legislativi, con cui entra a gamba tesa nel comparto, perché l'atto infilato nella legge omnibus di turno si occupa solo di un impianto inaugurato da poco e non del termalismo abruzzese tutto: ma di cosa stiamo parlando? Caramanico non merita tanta e tale indifferenza. Dopo in NO allo stanziamento dei fondi necessari ad acquisire i lotti all'asta è chiaro che la Regione ha di fatto "mollato" la complessa situazione di Caramanico, consentendo che si arenasse o, peggio, con il rischio che finisse nelle mani sbagliate come stava accadendo se la politica e il territorio non si fossero ribellati, spingendo l'Areacom a intervenire e a mettere i paletti sul futuro dell'impianto.  Servono soluzioni e un piano concepito con tutti i soggetti utili e capaci di costruire il rilancio, perché stiamo rischiando, così com'è accaduto con il complesso sportivo de Le Naiadi di Pescara, che l'incapacità del Governo regionale di scrivere un nuovo capitolo, in questo caso per le Terme di Caramanico, cancelli storia e potenziale di un patrimonio che rappresenta un'eccellenza del territorio e dell'Abruzzo"

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