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lunedì 12 agosto 2024
"L'IDEA DEL MAGISTRATO NICOLA GRATTERI SAREBBE QUELLA DI FAR SEGUIRE LE INDAGINI E I GIUDIZI DA UN ‘TRIBUNALE SPECIALE’"
ROCCARASO - "L'idea del magistrato Nicola Gratteri sarebbe quella di far seguire le indagini e i giudizi da un ‘tribunale speciale’ che andrebbe a giudicare sulle indagini riguardanti i grandi gruppi criminali della mafia. É quanto dichiarato ieri a Roccaraso, nell’aquilano d’alta quota, dal procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Napoli che, nella località sangrina, ha presentato il suo libro ‘Il grifone’ scritto insieme al professor Antonio Nicaso. Nel corso del suo intervento Gratteri ha sottolineato che “Bisognerebbe rivedere la carta della geografia giudiziaria e chiudere i tribunali che non funzionano bene perché troppo piccoli". Il pm ha fatto l’esempio della poca distanza tra le sedi giudiziarie di Larino (Campobasso), Vasto e Lanciano, quest’ultime in provincia di Chieti. Il nuovo volume scritto dal magistrato calabrese, in prima linea nella lotta alla mafia e, in particolar modo alla ‘ndrangheta, tratta delle tecnologie sofisticate e dei nuovi apparati digitali, di ultimissima generazione, che hanno sostituito il silenzio connivente e sono il punto forte dri mafiosi che li utilizzano per gli affari sporchi e senza essere scoperti. il procuratore ha chiesto più volte di investire in tecnologia esclamando: “Eravamo i primi per investigazioni avanzate!". Nel corso del suo intervento non sono mancate occasioni di critica alle riforme prodotte, sino ad ora e che per Gratteri non sono affatto risolutive e servirebbero solo a rallentare il sistema giudiziario. “Bisognerebbe diminuire il numero di magistrati dove ce ne sono troppi - ha aggiunto riferendosi alla riforma della giustizia - Ci sono dei posti in Italia dove ci sono magistrati che hanno un ruolo di 100 fascicoli e tribunali a 200 chilometri di distanza dove i magistrati hanno mille fascicoli - ha continuato - Perché non si mette mano su questo!. Sul sistema penitenziario sovraffollato Gratteri ha confermato, per i tossicodipendenti giovani, la necessità di attrezzare delle strutture magari utilizzando i beni confiscati alle mafie perché é “inutile tenerli in carcere - ha concluso - bisogna farli curare, ma bisogna fare anche questo per i detenuti malati di mente che non vengono curati e vengono bombardati da medicine. Ci sono tante ville e beni confiscati alle mafie che si potrebbero attrezzare come strutture e togli questi malati di mente dal carcere".
L'incontro è stato organizzato nell’ambito degli appuntamenti della X edizione della rassegna culturale 'Il tempo e le idee', a cura della professoressa Rossella Valentini e si è tenuto nella sala consiliare del comune sangrino intitolata a 'Giuseppe Spataro'. All'iniziativa é intervenuto il sindaco della località turistico-montana Francesco Di Donato, tra i giornalisti in sala che hanno posto delle domande al magistrato Luca Prosoeri dell’Ansa e la giornalista d’inchiesta Maria Trozzi, dell’agenzia LaPresse".
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