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mercoledì 26 maggio 2021

TRIBUNALI MINORI: ANCHE L’ON. ENRICO COSTA (AZIONE) PER LA PROROGA AL 2023 DELLA CHIUSURA DEI PRESIDI ABRUZZESI. FRACASSI (AZIONE): “RICADUTE NEGATIVE SULLA TUTELA DEI DIRITTI DEI CITTADINI”

AVEZZANO - "C’è anche un subemendamento a firma dell’On. Enrico Costa di Azione, tra gli emendamenti presentati dai parlamentari abruzzesi alla Legge di conversione del Decreto Proroghe che sarà discusso inizialmente alla Camera nei prossimi giorni, nei quali si chiede la proroga a settembre 2023 della chiusura dei tribunali minori delle circoscrizioni di L’Aquila e Chieti. L’interessamento di Costa per i Tribunali minori abruzzesi, ed in particolare di quelli di Avezzano e Sulmona, è stato sollecitato dal coordinatore regionale di Azione Giulio Cesare Sottanelli, a seguito di una dettagliata relazione a firma del coordinatore provinciale Azione L'Aquila, nonché Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Avezzano, Avv. Giovanni Fracassi e del Consigliere Comunale di Avezzano e Presidente della Camera penale di Avezzano, Avv. Gianluca Presutti, sulle
ripercussioni economiche e sociali che scaturirebbero da questo provvedimento. Ricordiamo che, in base al Decreto Legislativo 155 del 7 settembre 2012, è prevista la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, con la soppressione dei presidi non ricadenti nei capoluoghi di provincia. In Abruzzo i tribunali interessati sono quelli di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. A seguito di una serie di proroghe, dovute principalmente alla precarietà conseguente il devastante terremoto del 2009, si è giunti al termine ultimo di settembre 2022. Per questo, diversi deputati eletti in Abruzzo, hanno
presentato o si sono impegnati a presentare la proroga fino al 2023 in sede di emendamenti alla
Legge di conversione del Decreto proroghe che sarà discusso inizialmente alla Camera nei
prossimi giorni.Tutti i parlamentari abruzzesi intervenuti si sono inoltre dichiarati disponibili gli
emendamenti proposti dai Colleghi. “Per quanto riguarda le ragioni che sono alla base della
necessità di salvaguardare questi presidi giudiziari occorre sottolineare che i Consigli degli Ordini
degli Avvocati interessati, in collaborazione con esperti di economia, di viabilità e di altri settori –
spiega Giovanni Fracassi - hanno prodotto una serie di studi che comprovano come il peraltro
irrisorio risparmio di spesa ipotizzato dal Ministero della Giustizia con gli accorpamenti sia in realtà
inesistente e come, in ogni caso, a fronte di questo, vi siano enormi ricadute negative sia sotto il
profilo della tutela dei diritti dei cittadini che sotto il profilo economico e sociale per le città
interessate. Tra l'altro la ricostruzione post terremoto ancora in corso (ed anzi ancora in uno stadio
ancora arretrato) a L'Aquila, con le difficoltà enormi da punto di vista della viabilità e la situazione
pandemica ancora in essere,renderebbe certamente fallimentare un accorpamento in questo
momento storico dei Tribunali di Avezzano e Sulmona con quello di L'Aquila. Si aggiunga che, ove
i Tribunale di Avezzano e Sulmona fossero accorpati con quello di L'Aquila, tutto l'Abruzzo
occidentale si troverebbe ad essere servito da un unico Tribunale in una provincia molto vasta dal
punto di vista geografico e caratterizzata da una rete viaria assolutamente deficitaria, da paesi e
città montani e da un clima invernale molto rigido.” Una possibile strada per il salvataggio del
Tribunale di Avezzano e di tutti gli altri sopprimendi Tribunali Abruzzesi (sulla quale concentrarsi
dopo aver ottenuto la proroga) è rappresentata dal comma 4- bis dell'art. 8 del D. L.vo 155/2012
che prevede che , in via sperimentale, il Ministro della Giustizia possa disporre, nell'ambito di
apposite convenzioni stipulate con le Regioni e le province autonome, che vengano utilizzati, per il
tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni
distaccate soppressi per l'esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi. Le spese di gestione e
manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni
sono integralmente a carico del bilancio della Regione. “Il problema sollevato da questa norma – fa
notare Gianluca Presutti - è che sembrerebbe porre a carico delle Regioni non solo le spese per
il funzionamento delle strutture ma anche quelle del personale nonostante queste ultime non siano
certamente abbattute con la soppressione delle strutture giudiziarie.” La Regione Abruzzo con una
risoluzione approvata nel settembre dello scorso anno si è dichiarata disponibile a sostenere i costi
per la gestione delle strutture. E' stato altresì approvato dalle Commissione Regionali competenti
un progetto di legge contenente una proposta di legge da sottoporre alle Camere ai sensi dell'art.
121 della Costituzione con la quale si chiede di precisare che le sole spese a carico delle Regioni
sono appunto quelle per il funzionamento delle strutture e non quelle del personale che comunque
rimarrebbe in servizio".
 (ABRUZZO IN AZIONE)

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