Marsilio ricorda poi quello che sanno tutti, e cioè che con il decreto autorizzativo del Governo Gentiloni del 7 marzo 2018 sono stati rimossi e superati tutti i vincoli esistenti in merito alla centrale e aggiunge che, di conseguenza, alla Regione non restava altra scelta che quella di dire di sì. Ma allora perché, se dopo il 7 marzo 2018 non poteva fare più nulla, la Regione Abruzzo ha continuato ad opporsi alle decisioni del Governo? Perché il Consiglio regionale d’Abruzzo ha approvato, nell’estate del 2019, la risoluzione, a firma Paolucci, con cui si impegnava il Presidente, cioè Marsilio, ad presentare apposito ricorso al Consiglio di Stato e a chiedere al Governo di sottoporre l’intero progetto “Rete Adriatica”, centrale compresa, a una nuova Valutazione di Impatto Ambientale e alla Valutazione Ambientale Strategica? Oppure questo Marsilio non lo ricorda? E non ricorda neppure che proprio egli, in applicazione della risoluzione sopra richiamata, ha incaricato l’avvocatura regionale di ricorrere al Consiglio di Stato? Cosa che, naturalmente, è avvenuta dopo il 7 marzo 2018.
Il Presidente Marsilio, che ha evidentemente una solida cultura giuridica, dovrebbe sapere che un procedimento amministrativo si può dire concluso solo dopo tutte le fasi del procedimento stesso, compresi i ricorsi alla giustizia amministrativa. E il decreto AIA dell’8 aprile scorso può essere impugnato dinanzi al Tar quindi, sulla Snam, non è detta la parola fine: c’è ancora un tratto da percorrere per la conclusione degli atti. Invece Marsilio, con il suo irresponsabile comportamento, come Regione ha messo una pietra tombale sulla vertenza Snam, lasciando da solo il Comune di Sulmona a proseguire la battaglia in sede legale contro un’ opera devastante che pregiudicherà il futuro della Valle Peligna e che per di più è assolutamente inutile – altro che “strategica” ! – come si evince dagli stessi dati Snam e confermato perfino dall’ENI.
Ma stia certo che, anche dopo il suo voltafaccia, i cittadini continueranno a lottare per i diritti del nostro territorio, che nessuno può permettersi di calpestare.
Così come hanno fatto per lunghi 13 anni, contro tutti i Governi che si sono succeduti fino ad oggi, di qualsiasi colore essi siano".
Coordinamento No Hub del Gas
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