
L’introduzione della nuova disciplina ha da un lato certamente risolto il dubbio che la giurisprudenza aveva manifestato negli anni’ 90 circa la possibilità di attribuire ad un sito internet la qualificazione di “giornale”, dall’altro ha però aperto la strada ad un ulteriore filone giurisprudenziale, senza dubbio minoritario, volto a verificare l’estensione ai siti internet della restante disciplina contenuta nella legge 47/48. In altri termini, da un lato è parsa affermarsi una finalità informativa sostitutiva della nozione di stampa cartacea, dall’altra, e al contrario, si è posto il problema dell’estendibilità a questa nuova realtà della normativa stessa e in particolare delle norme penali.
"Dieci anni fa i giornalisti con un proprio blog si contavano sulle dita. Oggi il matrimonio tra giornalismo tradizionale e blogosfera (inclusi Twitter e Facebook) è saldo ma non è ancora del tutto consumato, sopratutto in Italia.
Giornalisti che seguono con una diretta su Twitter il confronto delle primarie del centrosinistra e blogger che lo commentano sui siti degli stessi giornali online. Solo questo banale cortocircuito la dice lunga su quanto social web e giornalismo online siano ormai un mondo solo, ma non è sempre stato così, anzi.
Sembra ieri eppure dieci anni fa i giornalisti con un proprio blog si contavano quasi sulle dita di una mano e i blogger erano quasi un contropotere in nascita. Da allora, per fortuna, distinguere giornalisti e blogger (con ambizione giornalistica) è uno sport in voga solo tra vecchi dinosauri, che si rifiutano di vedere come il mondo sia cambiato, semplicemente perché sono prossimi alla pensione e se lo possono permettere.
Quasi tutti gli altri hanno capito che il social web fa bene al giornalismo e che il giornalismo può integrare e allargare l'orizzonte di blogger non professionisti che possono parlare a un pubblico più ampio, arricchendo il pluralismo delle opinioni. Ci siamo arrivati, con pazienza, ma non si torna indietro e uno sguardo ai siti delle principali testate online lo testimonia. Da poco più di un anno a questa parte i giornalisti italiani si sono innamorati di Twitter - con un paio di anni di ritardo rispetto ai loro colleghi esteri, bisogna dirlo - e la febbre è ancora alta, seppur non tutti abbiano le idee chiare su come usarlo e come gestirlo in relazione alla propria funzione di giornalista che lavora per una testata. Molti di questi hanno saltato il blog o lo tengono nel cassetto per spolverarlo solo di tanto in tanto, ma è un peccato.
Da parte dei blogger della prima ora, complice l'avvento dei superblog (Linkiesta, Lettera 43, Il Post), Il Fatto Quotidiano e recentemente Huffington Post Italia, la collaborazione con il mondo del giornalismo tradizionale non è più vista come il male, anzi. Negli ultimi mesi è cresciuto enormemente il numero di blogger con un blog attivo anche su una di queste testate, alle quali si sono aggiunti L'Espresso e L'Unità, con una campagna acquisti di talenti sul mercato delle idee espresse dalla blogosfera italiana da non sottovalutare.
Uno sdoganamento frutto dei tempi cambiati. Dopo aver visto come i link vengono condivisi sui social network, meglio ancora se prodotti e diffusi da chi sui social network ci abita tutti i giorni, i giornali online sono partiti alla conquista (del traffico) del social web, a colpi di campagne per aumentare i fan su Facebook o i follower su Twitter, con lanci speciali su Google Current o su Google+ e con lo spuntare di bottoni di condivisione in alto e in basso di ogni notizia.
Il matrimonio tra giornalismo tradizionale, portato online, e blogosfera (incluso il social web di Twitter e Facebook) può dirsi quindi consumato? Purtroppo no e la ragione è evidente: il livello di competenza sui temi tecnologici all'interno delle redazioni web resta troppo basso, generando spesso articoli imprecisi e a volte imbarazzanti. Il pubblico attivo della rete è stato invitato al banchetto dell'informazione online, ma in un tavolo a parte. Cooptato il più delle volte per interesse e non per farsi contaminare".
Luca Conti
Blogger, consulente e giornalista
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