SULMONA - "A seguito dell'allarmante notizia diffusa a mezzo stampa circa il pronunciamento del Comitato percorso nascita nazionale sulla chiusura del punto nascita dell'ospedale Santissima Annunziata di Sulmona, ieri mattina mi sono recata in reparto per confrontarmi direttamente col personale medico impiegato.
Il personale medico é carente numericamente parlando ma quello che c'è, con grande sforzo, ha sempre garantito gli standard di sicurezza grazie all'impegno dei 6 medici (di cui una in allattamento) che riescono, in un clima di estrema collaborazione, a coprire i 5 turni necessari per offrire un servizio h24.
La complessità orografica del territorio sul quale insiste il punto nascite è evidente, basti pensare che per recarsi al presidio ospedaliero più vicino, il tempo di percorrenza non è mai inferiore ai 50 minuti in casi di condizioni metereologiche ottimali, figuriamoci in condizioni meteo difficili e con la prospettiva dei cantieri autostradali!
Nonostante il decremento delle nascite registrato su scala nazionale e l’emorragia di popolazione che il nostro territorio sta affrontando, in una relazione redatta dal personale medico si evince invece che dal 2015 al 2017 si è registrato, nel nosocomio peligno, un incremento delle nascite pari al 30%, portando a riduzione di oltre il 10% il ricorso a tagli cesarei (dal 47% al 36%).
Descritto lo stato dei fatti e di operatività del reparto, c'è da chiedersi cosa è cambiato oggi rispetto a 3 anni fa, quando una forte pressione cittadina portò l'assessore alla sanità regionale Paolucci a desistere sulla chiusura del punto nascite peligno.
La risposta è: nulla.
Ricordiamo infatti come le prescrizioni indicate a suo tempo, ovvero l'attivazione dei servizi di urgenza STEN e STAM unitamente quello dell'elisoccorso, parlassero anche di incremento del personale e adeguamento delle risorse tecnologiche da inserire in un piano di programma che non è mai stato elaborato. Questo avrebbe potuto rilanciare i "numeri" del reparto, tanto importante quanto necessario per una realtà come quella appena descritta. Questo sarebbe dovuto essere l'obiettivo dell’Assessorato regionale che, come dichiarato nell'aprile 2018, cantava vittoria per la deroga “verbale" ottenuta dal ministero.
Lo scatolone è però rimasto vuoto per volontà della stessa Asl, infatti il personale aggiuntivo e i macchinari costantemente richiesti dal reparto alla dirigenza sanitaria non sono mai arrivati, si pensi solo che gli ecografi oggi utilizzati dal personale medico sono quelli che dovevano essere destinati al consultorio familiare e a questo punto mi chiedo: durante il periodo di richieste disattese e di continua emergenza, chi si è occupato di avviare un confronto con la dirigenza che mai si è spesa in favore della tutela del punto nascite in Valle Peligna?
Siamo di fronte ad una chiara volontà della stessa Asl che, non ottemperando alle richieste provenienti dal reparto, ha di fatto congelato le possibilità prestazionali ed il potenziale fattore di attrazione per le numerose mamme che oggi preferiscono partorire altrove.
Andando oltre queste mie riflessioni, comunico che sono in attesa di un riscontro da parte del Ministro della sanità Giulia Grillo perché una valutazione tecnica come quella del Comitato percorso nascite è ben diversa da una posizione politica, e quest’ultima non è stata ancora espressa. Porterò la questione sui tavoli ministeriali insieme ai consiglieri regionali che hanno seguito la questione in commissione sanità di Regione Abruzzo e non accetto critiche politiche strumentali soprattutto da coloro che, nel tempo, non hanno mai tolto le bende dagli occhi fingendo di non vedere e non conoscere i problemi dei reparti di ginecologia e neonatologia del nosocomio sulmonese".
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