BUSSI - "Prendo
atto che la IV sezione della Cassazione ha annullato le 10 condanne per
disastro colposo inflitte agli ex manager della Montedison dalla Corte
d’Appello dell’Aquila il 17 febbraio del 2017 in relazione alla
tristemente nota vicenda della discarica di Bussi. Una sentenza, quella
di due anni fa, che aveva ribaltato la discussa decisione assunta il 19
dicembre del 2014 dalla Corte d'Assise di Chieti e dal suo presidente
Camillo Romandini, con la quale i 19 imputati venivano assolti
dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere, derubricando in
colposo il reato di disastro ambientale, e favorendone dunque la
prescrizione.
Lo stesso Romandini è stato di recente sanzionato dal Csm
(ad onor del vero in maniera piuttosto “morbida”) per avere svolto
attività imprenditoriale incompatibile con la sua attività di magistrato
e per aver tenuto comportamenti scorretti nei confronti dei giudici
popolari prima della pronuncia della sentenza di primo grado.Nel
dettaglio, quattro gli imputati assolti per non aver commesso il fatto e
sei quelli che hanno visto cadere in prescrizione il reato,
riconosciuto in appello, di disastro ambientale. Morale della favola: i
responsabili, in un modo o nell’altro, l’hanno fatta franca. Siamo al
cospetto di una vicenda oscura, in cui le singole responsabilità
compongono un quadro devastante ai danni di un territorio violentato per
decenni. Dagli anni ’60 agli anni ’90 sono state sversate illegalmente
nella discarica più di 200 mila tonnellate di sostanze tossiche,
provocando un disastro di proporzioni inimmaginabili, con la complicità,
o quantomeno con la connivenza, della politica.Al danno
ambientale, gravissimo, si aggiunge ora la beffa della prescrizione dei
reati. Per questo siamo già al lavoro per riformare questo istituto.
Ogni anno in Italia si prescrivono più di 100 mila processi, con grave
sperpero di denaro pubblico e con esiti paradossali come quello relativo
alla vicenda di Bussi.Inoltre, anche alla luce di quanto
emerso dal comportamento del giudice Romandini, occorre rafforzare
l’imparzialità della magistratura, sulla qual cosa non rassicura affatto
la recente nomina di David Ermini alla presidenza del Csm, uomo di
Renzi e responsabile giustizia del Partito democratico, di cui è stato
deputato sin dalla scorsa legislatura.
Ancora, è notizia
di oggi che sempre nella nostra regione, e nello specifico nei
laboratori del Gran Sasso, i referenti dell'Infn avrebbero mantenuto in
esercizio i laboratori senza verificare se vi fosse un adeguato
isolamento idraulico delle opere di captazione e convogliamento delle
acque destinate ad uso idropotabile e conseguentemente senza attuare le
misure atte a scongiurare il rischio di contaminazione delle acque
sotterranee destinate all'immissione in acquedotto ad opera delle
sostanze inquinanti utilizzate nelle attività dei laboratori. A Strada
dei Parchi, invece, la Procura contesta il fatto che non ci sarebbe
stato un adeguato isolamento delle superfici dei tunnel autostradali e
delle condutture di scarico a servizio delle gallerie rispetto alla
circostante falda acquifera con l'esistenza di punti d'infiltrazione
delle acque di falda potenzialmente contaminate. E infine ci sono i
vertici della Ruzzo Reti ai quali si contesta anche il fatto di non aver
vigilato sulla funzionalità dei sistemi di rilevazione precoce di
eventuali contaminazioni, per lo più in un'area naturale protetta. Solo
nei confronti di questi ultimi la Procura ipotizza anche l'accusa di
getto pericoloso di cose, in riferimento al Cloroformio e al Toluene
immessi nell'acqua del Gran Sasso.
Se le accuse dovessero
risultare fondate, ciò che è avvenuto a Bussi non dovrà ripetersi e
questa volta i responsabili dovranno pagare".
On. Valentina Corneli
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