SULMONA - In occasione dell’incontro, che si è tenuto ieri presso l’Officina dei Sapori di Sulmona tra gli imprenditori ed il Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, è stato presentato a Giuseppe Di Pangrazio un documento con le proposte e le richieste che gli Imprenditori del Centro Abruzzo hanno inteso porre all'attenzione del Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio. In sostanza, si chiede un impegno per una maggiore e adeguata attenzione al territorio e, nello specifico, alle attività produttive di riferimento. In sostanza, in questa circostanza, gli stessi imprenditori avranno la possibilità di confrontarsi con la Presidenza del Consiglio Ragionale sottolineando alcuni argomenti che dovrebbero essere alla base dell’azione politico/amministrativa finalizzata alla valorizzazione e rilancio di tutto comparto produttivo del territorio.
Alla cena erano presenti il direttore del Cescot - Officina dei Sapori Angelo Pellegrino, il presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio, il Sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli, il Presidende della Confesercenti Provinciale Domenico Venditti, il Presidente del Fiesa Regionale Vinceslao Ruccolo e una delegazione dell'Inner Wheel di Sulmona, oltre a numerosi imprenditori della zona.
La crisi in atto rende urgente dare una nuova identità alle imprese, che sono parte integrante dell'economia nazionale e come tale necessitano di nuove politiche di governo e di programmazione economica. Sono necessarie azioni politiche energiche in un quadro di regole certe e condivise, la stabilità dei livelli occupazionali e la competitività del sistema imprenditoriale, attraverso la valorizzazione delle produzioni e la piena tutela dei consumatori.
Intervenire su credito, pressione fiscale, turismo e commercio per far ripartire le Piccole e Medie Imprese del territorio.Oggi si nota una notevole azione frenante dell’economia locale.
Per smuovere l’economia stagnante, si deve dare anche ai liberi professionisti, all’esercito delle partite IVA, ai pensionati, una maggiore capacità di spesa. Ma occorre anche una maggiore attenzione alle imprese soprattutto sul fronte dell’imposizione fiscale e della tassazione locale. In questo modo il denaro riprenderebbe a circolare.
Il 2014 non ha ancora segnato un’inversione di tendenza per le micro e piccole imprese che continuano a subire i contraccolpi della crisi, con una vera e propria emorragia di chiusure e perdita di posti di lavoro. Sono necessarie azioni per risollevare il tessuto produttivo delle PMI. In effetti, la ripresa ci potrà essere soltanto se il Governo riuscirà a varare provvedimenti in grado di produrre realmente benefici su tutto il sistema produttivo. Bisogna puntare su alcuni obiettivi principali. Accesso al credito: i finanziamenti concessi alle PMI sono diminuiti notevolmente. Gli Istituti di credito sono preoccupati di non riuscire a rientrare in possesso delle somme erogate alle imprese. Preferiscono muoversi sul sicuro, in attesa di tempi migliori. Con i soldi concessi dalla BCE hanno ripianato i loro debiti, anziché metterli in circolazione per dare ossigeno all’economia italiana. Pressione fiscale: gli imprenditori lavorano per dare oltre il 50% del nostro reddito aziendale a uno Stato che pretende ma, in cambio, non eroga i necessari servizi a imprese e cittadini. Avete notato l’irrazionalità delle percentuali Tares previste per le imprese? Aggiungiamoci Irap, Iva e imposte e tasse varie, e il quadro che ne deriva appare a tinte fosche e ci pone tra i Paesi con la tassazione più elevata al mondo. Tutto ciò si riflette anche sul fronte occupazione, perché le imprese non hanno più la forza di assumere nuovo personale. Liberalizzazioni: come annunciato in tempi non sospetti, questo provvedimento ha finito con il penalizzare i piccoli negozi a vantaggio esclusivo della grande distribuzione. Non sono aumentati i consumi, e neppure il Pil e l’occupazione. In più hanno costretto imprenditori e lavoratori a sacrificare valori importanti, come la famiglia e il riposo.
L’Italia presiede il Consiglio dell’Unione Europea. Le imprese all’Europa chiedono una nuova, diversa e adeguata sensibilità, innanzi tutto.
Alcuni Paesi, nostri partner, continuano a fare la voce grossa, dimenticando che l’impoverimento di imprese e cittadini italiani non facilita la ripresa economica dell’Italia con il conseguente rischio di disaggregazione della stessa UE. Non si può essere ostaggio delle lobby finanziarie e delle banche. Inoltre, bisogna rivedere la strategia del Patto di stabilità che, soprattutto in Italia, sta tenendo immobilizzate ingenti risorse finanziarie. Soprattutto il Mezzogiorno sta pagando a caro prezzo l’impossibilità di avviare nuovi progetti e opere pubbliche, in particolare le infrastrutture.
Gli imprenditori sono attenti osservatori e sentinelle dei fenomeni del loro territorio. Il turismo è un potenziale volano di sviluppo e crescita economica per un territorio ad alta vocazione turistica come la Valle Peligna, l’Alto Sangro, la Valle del Sagittario e la Valle Subequana. Sono necessari interventi strategici e strutturali prioritari per rilanciare il settore in un’ottica di sviluppo territoriale e sociale.
Il nostro territorio paga la sua posizione interna all’Abruzzo. Per questo occorre garantire una continuità territoriale applicata sia sulla tratta ferroviaria Pescara-Roma che sulla rete autostradale;
ma è necessario puntare anche sul trasporto aereo con il potenziamento dell’aeroporto di Pescara. Inoltre, vanno potenziati e rivalutati i collegamenti ferroviari interni: Sulmona-Carpinone e Sulmona-L’Aquila. I cattivi o scarsi collegamenti, costringono molti turisti a rinunciare alle vacanze sul territorio. Occorre un intervento di supporto della Pubblica amministrazione, per esempio nel sostenere una serie di grandi eventi che promuovano il nostro territorio in Italia e nel mondo. Per far questo sono necessarie sinergie attive anche con il Parco Nazionale della Maiella, con la DMC “Cuore dell’Appennino” e con il Polo regionale per il turismo.
I centri commerciali e la deregulation degli orari commerciali stanno mettendo a rischio quel grande patrimonio economico, culturale e sociale rappresentato dall’impresa diffusa e dal commercio di vicinato. È necessario contrastare il fenomeno della desertificazione urbana e difendere e valorizzare i centri storici e i borghi.
Già nel 2013 abbiamo l’iniziativa “Libera la domenica”, per la quale sono state raccolte tantissime firme e consensi. Pertanto, sono il Governo ed il Parlamento a dover rivedere i le leggi ed i regolamenti che non funzionano. La grande distribuzione, purtroppo, continua a dettare le regole del gioco; questo fenomeno va interrotto per il bene del commercio. Particolare attenzione occorre riservare anche alla necessità di contrastare energicamente il fenomeno dell’abusivismo ambulante. Ma occorre anche una grande attenzione degli Enti locali, i Comuni soprattutto, che debbono accentuare l’attenzione ad un appropriato marketing urbano per consentire lo sviluppo territoriale. Significa anche rivedere i Regolamenti che si occupano delle attività commerciali, delle fiere, dei mercati.