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venerdì 12 luglio 2013

SOPPRESSIONE TRIBUNALI MINORI, ORDINI FORENSI "CONTINUEREMO LA BATTAGLIA"

SULMONA - Lo scorso 10 luglio 2013 si è tenuta a Roma l'Assemblea straordinaria del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori con all'ordine del giorno il grave problema della soppressione di ben 949 uffici giudiziari disposta dal Governo mediante i noti Decreti legislativi delegati. E che dovrebbe prendere efficacia il prossimo 13 settembre.
Presenti numerosissimi Ordini, prevalentemente quelli direttamente incisi dalla riforma, ma anche il Consiglio Nazionale Forense
con il cons. Enrico Merli, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana, con il Presidente Nicola Marino, l'Associazione Italiana degli Avvocati Italiani, con il Presidente Maurizio De Tilla. Nonché l'on.le Maria Greco e, ancora,rappresentanti di amministrazioni provinciali e comunali.
Molti gli interventi che hanno messo in luce sia le numerose violazioni del dettato costituzionale, alcune già trattate dalla Consulta, altre ancora no, altre che a giorni solleveranno altri Giudici, sia l'inadeguatezza della gran maggioranza delle sedi accorpanti ad accogliere il personale, il materiale e i flussi giudiziari dei presidi accorpati, sia la diseconimicità della intera manovra destinata peraltro a "infierire" su un sistema già agonizzante.
Sono stati illustrati anche recenti documenti di organismi e istituti scientifici italiani e stranieri intervenuti sull'argomento non certo in difesa della manovra, nonché gli esiti di una analoga riforma recentemente attuata in Francia, che il Senato d'Oltralpe ha pochi giorni fa giudicato in termini decisamente negativi.
All'esito dei lavori gli Ordini hanno deciso di continuare, con forte determinazione e maggiore incisività, la loro battaglia in difesa della Giustizia di prossimità e delle moltissime Comunità che sarebbero gravemente pregiudicate dalla soppressione dei molti presidi giudiziari, e non semplicemente per quanto attiene al diritto di adire il proprio Giudice naturale.
Si infoltiranno le iniziative giudiziarie presso la Corte costituzionale, ma si varcheranno i confini nazionali alla ricerca di un Giudice in Europa. 
Proposta una manifestazione nazionale a Roma, a fine mese, i cui termini saranno definiti da un costituendo Comitato organizzatore.
Deliberata anche la rilevazione degli uffici accorpanti che non potranno dare esecuzione alla riforma per mancanza di strutture nonché delle spese programmate ovvero già deliberate per adeguare gli edifici esistenti o procurarne altri.
Malgrado la recente decisione della Corte costituzionale, temuta, si, in considerazione del clima politico, ma certamente inattesa, data la palese, a parere di autorevoli cultori della materia e di tutti i commentatori della riforma, incostituzionalità della Legge 148 e dei due Decreti legislativi 155 e 156, il Coordinamento persevererà nella sua battaglia. In ogni sede, giudiziaria e politica.
" Il Parlamento deve riappropriarsi del Potere legislativo e, anziché lasciare al Governo, al Guardasigilli, al Ministero ma soprattutto ai vertici della burocrazia ministeriale il compito di dare un Giudice ai territori che ne hanno davvero necessità, deve riprendere in mano la revisione delle circoscrizioni giudiziarie avendo come unico obiettivo la efficienza del sistema e l'articolo 111 della Costituzione, un giusto processo in tempi ragionevoli, svolto nei luoghi in cui sorge la domanda di Giustizia, da un Giudice agevolmente adibile. " ha dichiarato il Presidente Walter Pompeo.
" Decidere di desertificare il Paese, fintamente e maldestramente perseguendo finalità di risparmio e di rifunzionalizzazione, solo per eliminare sedi sgradite alle vere lobby o per vantarsi in Europa di avere seriamente avviato il cammino delle riforme, non farà bene, ma solo male al Paese. Molti presidi giudiziari possono certamente essere soppressi, senza alcun danno, con sicuro beneficio sia per Cittadini e Imprese sia per lo Stato; ma una brutale manovra e una indiscriminata eliminazione di importanti ed efficienti uffici giudiziari sol perché di ridotte dimensioni costituiscono una intollerabile ingiustizia. Peraltro perpetrata in violazione della Costituzione. La Politica, i Partiti, il Parlamento facciano presto il loro dovere, adempiendo alle funzioni istituzionali e costituzionali che, sole, giustificano la loro esistenza. ".


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