SULMONA - La Valle Peligna tra il 2006 e il 2011 ha perso 63 imprese passando dalle 3.397 del 2006 alle 3.324 del 2011.La Valle del Sagittario, nello stesso periodo, ne ha perse 12 passando dalle 361 del 2006 alle 349 del 2011. La Valle Subequana ne ha invece acquisite 15 partendo dalle 227 del 2006 e arrivando alle 242 del 2011.Lo rivela oggi uno studio del prof.Aldo Ronci, studioso delle fenomenologie e delle dinamiche che interessano nei vari settori il territorio abruzzese. Nello stesso periodo,spiega ancora Ronci, in termini percentuali, la Valle Peligna decresce dell’ 1,86%, la Valle del Sagittario del 3,32% mentre la Valle Subequana cresce del 6,61% a fronte di una crescita media a livello nazionale del 2,27%.
Basti pensare che se le imprese della Valle Peligna fossero cresciute allo stesso ritmo di quello italiano si sarebbe registrato un incremento di 140 aziende anziché un decremento di 63 mentre se le imprese della Valle del Sagittario fossero cresciute allo stesso ritmo di quello italiano si sarebbe registrato un incremento di 20 aziende anziché un decremento di 12.La ripartizione percentuale delle imprese tra le attività economiche( al 31/12/2011) è di gran lunga diversa tra le valli del territorio peligno.La Valle Peligna si caratterizza per avere da un lato un’alta percentuale di imprese dedite al commercio (32%) di molto superiore a quella media nazionale (27%) e dall’altro lato una bassa percentuale di imprese nel settore dell’agricoltura(9% contro il 16% nazionale).La Valle del Sagittario, al contrario, si contraddistingue per una bassa percentuale di imprese che esercitano attività commerciali (22% a fronte del 27% nazionale) e un’alta percentuale di attività ricettive (14% contro il 7% italiano).La Valle Subequana presenta una quota di imprese bassa nel settore del commercio (21% contro il 27%) e alta nelle costruzioni (24% contro il 16%) e nell’agricoltura (25% contro il 16%).Tra il 2006 e il 2011 la Valle Peligna registra importanti decrementi di imprese nell’ in-dustria (-110) e nel commercio (-115), incrementi nei servizi (+102) e nelle attività ricettive (+69). In termini percentuali la decrescita è stata determinata dalla notevole flessione dell’ industria (-23,91% contro il 13,34% nazionale) e del commercio (-9,66% contro il -0,02% italiano) e dalla bassa crescita nelle costruzioni (5,55% contro il 10,45% nazionale).Le imprese della Valle del Sagittario hanno registrato una flessione del commercio (-11), dell’ industria (-7) e inaspettatamente anche delle attività ricettive (-2).Attività quest’ultima che è invece cresciuta dappertutto e specialmente nelle località ad alta vocazione turistica.In termini percentuali Il decremento delle imprese è stato determinato dalla forte riduzione dell’ industria (-20% contro il -13,34% nazionale), del commercio(-12,64% contro il -0,02% italiano) e cosa ancora più grave anche delle attività ricettive (-3,85% in controtendenza rispetto al +34,80% nazionale).Nella Valle Subequana, diversamente dalle altre valli le imprese sono cresciute. Gli aumenti relativamente più importanti si sono verificati nei settori dell’ industria (+5), delle costruzioni (+8) e dei servizi (+6) e per la quasi totalità si sono realizzati nel Comune di Castel Vecchio a seguito degli eventi sismici del 2009.La crescita delle imprese in valori percentuali è stata determinata dall’ incremento dell’ industria (+33,33% in controtendenza con il -13,34% nazionale), dalle costruzioni (+16,33% contro il 10,45% nazionale) e dai servizi (46,15% contro il 22,87%).Alla luce dei dati sulla dinamica delle imprese e di quelli demografici, entrambi negativi per il territorio Peligno che non fanno altro che confermare lo stato di grave crisi economica e sociale in cui esso versa, considerato che è assolutamente necessario mettere in moto il tanto auspicato sviluppo di cui si discute da più di 20 anni ( vedi il Rapporto sullo sviluppo dell’Area Sulmonese redatto dal Censis nel 1991 su incarico della Comunità Montana Peligna), che sono disponibili per tale scopo 17 milioni di euro dei fondi FAS, che bisogna evitare una distribuzione indifferenziata dei fondi che si limiti ad essere una mera iniezione finanziaria come già avvenuto per i Patti Territoriali (fenomeno rilevato dal Comitato di Valutazione degli Interventi Pubblici UVAL), è assolutamente necessario che gli interventi per lo sviluppo abbiano come punti centrali di riferimento:la competitività,il mercato esterno alla Valle Peligna privilegiando l’esportazione.Le agevolazioni per la riconversione e il potenziamento della base produttiva e per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali devono essere concesse per attività di produzione di beni e servizi competitivi per innovazione, qualità e tipicità per i quali bisogna prestabilire una griglia di riferimento per evitare utilizzazioni improprie degli aiuti stessi
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