L'AQUILA - Sono
quattro i sospettati del presunto stupro della
giovane laziale, ancora ricoverata, in stato di shock e con gravi ferite, all'ospedale San Salvatore dell'Aquila,
avvenuto al di fuori della
discoteca Guernica, nel comune aquilano di Pizzoli, nella notte tra
sabato e domenica scorsi. Si tratta di tre giovani militari, due campani e
un aquilano, e di una ragazza
fidanzata dell'aquilano. La loro posizione è ora all'esame della Procura della Repubblica. I ragazzi sono stati
bloccati da due buttafuori e dal gestore del locale mentre stavano lasciando la discoteca a bordo di una
macchina subito dopo il ritrovamento della
studentessa che era svenuta
seminuda in mezzo la neve e in mezzo a una pozza di sangue per le gravi ferite riportate nelle zone genitali. La posizione più grave sarebbe quella di un giovane militare
originario della provincia di Avellino che è
stato trovato con la camicia e le
mani sporche di sangue. Il giovane, durante la deposizione come persona informata sui fatti, ha prima negato tutto e
poi, messo alle strette, ha
confessato il rapporto sessuale difendendosi però con il fatto che la vittima fosse consenziente, con un
racconto definito pieno di
contraddizioni. I quattro,
comunque, sono stati portati in caserma e interrogati a lungo nella giornata di domenica e, dopo aver respinto
ogni addebito, sono stati
rilasciati, tant'è vero che i tre militari hanno ripreso regolarmente il loro servizio in caserma. I quattro
non possono essere tecnicamente
considerati iscritti sul registro degli indagati perchè gli atti dell' inchiesta, per ora contro ignoti, sono
secretati alla luce della delicatezza
del caso che ha un'eco nazionale.
Ma su di loro si concentrano le indagini della
Procura e dei carabinieri che
tuttavia attendono le risultanze degli esami dei Ris di Roma per ricostruire una vicenda che ha ancora molti punti
oscuri, e stabilire che cosa è
successo e i ruoli e le responsabilità dei quattro. La svolta alle
indagini è stata data dalla denuncia della madre
della giovane che fa parte di una
famiglia molto stimata nel Lazio, considerato che la giovane studentessa ancora in stato di shock non
ricorda quanto accaduto, perchè si
è svegliata in ospedale, e non può essere sentita dagli investigatori.
Anche se non ci sono
ancora iscrizioni sul registro degli indagati,
tuttavia sono stati adottati già dei provvedimenti nell'ambito dell'inchiesta. In particolare il gip ha convalidato il sequestro dell'auto con la quale
i quattro sospettati, due campani
e un aquilano, e la fidanzata di quest'ultimo,
stavano lasciando la discoteca dopo il ritrovamento al di fuori del locale della giovane.
Sull'auto, di proprietà del militare aquilano, sono stati rinvenuti reperti di sangue e altro materiale che è al vaglio dei Ris di Roma. Il gip ha anche convalidato il sequestro di alcuni indumenti tra cui la camicia sporca di sangue che era indossata dal militare di stanza all'Aquila e originario della provincia di Avellino, sul quale si addensano i maggiori sospetti della violenza sessuale. Le indagini continuano: stamane in Procura è stata sentita come
persona informata dei fatti l'amica del cuore della giovane studentessa laziale, che sabato sera era uscita in sua compagnia, ma che aveva lasciato il locale, secondo quanto si è appreso, un'ora prima della chiusura della discoteca. Per permettere ulteriori rilievi nel locale, la discoteca è stata chiusa
su provvedimento del questore dell'Aquila per 10 giorni, dopo la richiesta fatta dai carabinieri.
Sull'auto, di proprietà del militare aquilano, sono stati rinvenuti reperti di sangue e altro materiale che è al vaglio dei Ris di Roma. Il gip ha anche convalidato il sequestro di alcuni indumenti tra cui la camicia sporca di sangue che era indossata dal militare di stanza all'Aquila e originario della provincia di Avellino, sul quale si addensano i maggiori sospetti della violenza sessuale. Le indagini continuano: stamane in Procura è stata sentita come
persona informata dei fatti l'amica del cuore della giovane studentessa laziale, che sabato sera era uscita in sua compagnia, ma che aveva lasciato il locale, secondo quanto si è appreso, un'ora prima della chiusura della discoteca. Per permettere ulteriori rilievi nel locale, la discoteca è stata chiusa
su provvedimento del questore dell'Aquila per 10 giorni, dopo la richiesta fatta dai carabinieri.