
L’AQUILA -L'atto sessuale "e' stato
consenziente". E’ quanto ha
riferito questa mattina l'avvocato Alberico Villani del Foro di Avellino,
difensore del militare avellinese 21enne Francesco Tuccia arrestato
la scorsa settimana per violenza sessuale aggravata e tentato omicidio ai danni della studentessa di Tivoli
ricoverata ancora nell’ospedale dell’Aquila. Tuccia è giunto attorno alle 8.30 al tribunale
dell'Aquila, dal carcere di Teramo.
Era accompagnato dal suo legale. Interrogatorio di garanzia durato quasi
mezz'ora da parte del Gip Giuseppe
Romano Gargarella e del pubblico ministero David Mancini. L’avvocato, al termine
dell’udienza, ha raccontato che il militare "Ha risposto alle domande, ha ricostruito
la dinamica dei fatti ha riferito che non c'e' stato alcun attrezzo esterno,
lui avrebbe utilizzato un mano nel rapporto amoroso consenziente con la ragazza
nel corso del quale la giovane ha riportato delle ferite". Ha aggiunto poi
“c'è stato un rapporto
amoroso consenziente che ha provocato ferite. La
cosa va però approfondita. Sono
d'accordo con la stampa e l'opinione pubblica: se è stato usato un
oggetto non è più un rapporto
sessuale ma si è andati oltre, ma questo va dimostrato con accertamenti medico-legali”.
Il gip si e' riservato la decisione
sull'eventuale liberta' condizionata dell'indagato (in servizio presso il
33esimo reggimento artiglieria terrestre Acqui dell'Aquila) o sulla concessione
degli arresti domiciliari.
Secondo l'accusa (in base alle risultanze investigative dei carabinieri) la
studentessa sarebbe potuta morire per il gelo. Teatro dello stupro era stato
l'esterno di una discoteca di Pizzoli (L'Aquila) dove, a trovare la studentessa
sanguinante e al gelo, erano stati il titolare del locale ed un bodigard.
La temperatura esterna, infatti, era di circa - 10 gradi. L'interrogatorio
sarebbe dovuto avvenire nel carcere di Castrogno (Teramo) ma impegni del Gip
del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Garganella che ha firmato
l'ordinanza di custodia cautelare, lo hanno spinto a cambiare il luogo dove
tenere l'interrogatorio del giovane militare, ovvero presso l'aula Gip del
Tribunale provvisorio di Bazzano (L'Aquila). Francesco Tuccia, sospeso
cautelativamente dal servizio, condivide la cella con Salvatore Parolisi
accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea. Per i due, essendo militari,
si e' ritenuto opportuno rinchiuderli in un reparto di maggiore protezione nel
carcere teramano, non solo per il loro ruolo, ma anche per la efferatezza dei
delitti per i quali sono sospettati e che in teoria li espongono a ipotetiche
ritorsioni da parte di altri detenuti secondo un certo 'codice' che vige nelle
carceri.
In lacrime nella sala antistante l'aula di udienza i
familiari straziati del giovane militare
Francesco Tuccia. “Neanche per Totò Riina
tutte queste fotografie” ha detto il padre di fronte a fotografi e operatori, e quando suo figlio è
uscito fuori dal furgone blindato,
mentre gli agenti lo accompagnavano in aula, è crollato, gridando solo “Perchè?”. Alla fine, prima che rientrasse nel mezzo, l'ultimo
saluto: “Ti voglio bene”.