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mercoledì 21 dicembre 2011

DETENUTI A SCUOLA DI "PANE E SOLIDARIETA'" CONSEGNATI GLI ATTESTATI DI FREQUENZA

SULMONA – Terminato il corso di formazione “Pane e solidarietà”, che ha visto venti detenuti del carcere di Sulmona al lavoro tra teoria e pratica, dentro e fuori le mura di via Lamaccio, per imparare a fare pane, pizza e torte. Emozioni, lacrime e sorrisi tra i reclusi, quasi tutti giovani, provenienti dall’Italia centromeridionale, reduci da anni trascorsi dietro le sbarre scontando pene per gravi reati, come hanno raccontato loro stessi ai nostri microfoni. Avevano voglia di parlare, di raccontarsi, di mostrare  le loro capacità mettendole a disposizione della Caritas di Sulmona, della Unitalsi e di 54 anziani. “Un’esperienza bellissima e utilissima” hanno detto entusiasti.
“Quando tornerò a casa mia moglie non dovrà più cucinare perché la pizza la preparerò io” ha affermato qualcuno con  la soddisfazione di essersi sentito valorizzato e utile per i bisognosi e deboli. E’ l’atmosfera che si respirava ieri durante la cerimonia di consegna degli attestati di fine corso nei locali dell’Officina dei Sapori a Sulmona gestita dal Cescot Abruzzo. Dal 21 novembre i detenuti hanno seguito lezioni teoriche all’interno dell’istituto di pena e pratiche nei locali in via Marcante. Imparare un lavoro al fine di un reinserimento nella società è stato lo scopo del progetto, che si avvale del contributo di diecimila euro della Provincia dell’Aquila. Emozionata la presidente del tribunale di sicurezza, Laura Longo, durante il suo intervento. Sono commossa” ha dichiarato ai nostri microfoni  “perchè rivedere i sorrisi su alcuni volti è una delle cose più belle per chi opera per la giustizia. Sono persone che vengono da grande difficoltà, da degrado sociale, che avevano bisogno di essere restituite alla dignità. Io penso di fare solo il mio dovere. Lo faccio con passione a volte soffrendo, perchè purtroppo non posso offrire nulla a chi nulla ha all'esterno, sollecito la coscienza nell'esterno e quando vedo l'allegria ne gioisco anch'io. E' una bella soddisfazione e soprattutto è frutto di un'apertura all'esterno del carcere. Simbolicamente vuol dire aver abbattuto il muro, la separazione tra  carcere e  società civile quindi questa interazione tra mondo imprenditoriale , internati e detenuti è la sinergia che ci vuole perchè la pena risponda al dettato costituzionale e favorisca la risocializzazione”.  Ringraziamenti espressi dal vescovo di Sulmona Valva Monsignor Angelo Spina, per l’importante gesto di solidarietà. Riconoscimenti rivolti anche a Suor Benigna, per il suo instancabile lavoro e a Don Palmiero, direttore della Caritas. “Anche se sono qui come spettatore oggi me ne torno a casa più umano e più cristiano” ha dichiarato seduto tra i banchi. Plauso da parte del direttore del carcere Sergio Romice per come i detenuti hanno saputo cogliere un’occasione che si pone come apripista “non vogliamo fermarci, ma puntiamo a rinnovare questa esperienza e continuare ad essere sul territorio”. Soddisfatto anche il direttore Cescot, Angelo Pellegrino, promotore dell’iniziativa di successo alla stregua dei progetti che si sono succeduti durante l’anno, come la scuola di macelleria e le lezioni a cui hanno partecipato giovani disabili che hanno appreso il mestiere di  addetti alla panificazione. Momenti di festa al termine della breve cerimonia prima di tornare a via Lamaccio. Un brindisi, una foto ricordo, e qualche canzone intonata soprattutto dai ragazzi originari del napoletano. Lunghi applausi per il discorso scritto e declamato da Giovanni. G.S.


 Pubblichiamo il discorso.
Giovanni
“Solo il pensiero che qualcuno ha riposto delle speranze in noi ci fa credere che tutto non si fermi qui e che quello che viviamo ha un senso e un valore. In questo corso abbiamo conosciuto degli insegnanti, dei dirigenti e degli addetti di questa scuola del cescot meravigliosi che, pur sapendo che siamo dei carcerati (alcuni con reati gravissimi) ci hanno accolto ed aperto i loro cuori facendosi sentire quanto siamo importanti per loro. E non è cosa da poco per chi è abituato a vivere in prigione. Il nostro direttore e gli educatori hanno fatto una scommessa su di noi favorendo questo progetto, nello stesso tempo noi l’abbiamo fatta con noi stessi, non tradendo questa fiducia. La nostra speranza è che questa meravigliosa esperienza non rimanga un espisodio isolato a sé stesso, ma abbia un seguito con l’opportunità di ulteriori inserimenti di attività formative e utili. Ringraziamo tutti coloro che hanno favorito la realizzazione di questo progetto (il Cescot, la provincia dell’Aquila e il Ministero della Giustizia) un progetto che ci ha resi orgogliosi, perché oltre ad averci insegnato il mestiere di fare il pane, ci ha dato soprattutto l’opportunità di donare i prodotti del nostro lavoro in laboratorio alle persone disabili dell’Unitalsi e al centro anziani della Caritas, donando a nostra volta sollievo e conforto.  Tra qualche giorno sarà natale. Cogliamo l’occasione per augurare a voi tutti e alle vostre famiglie un Buon natale e un felicissimo anno nuovo, nella speranza che sia per voi un anno pieno di luce e di speranza nel Signore che non delude mai chi si rivolge a lui con umiltà e cuore puro. Auguri”.






panettoncini realizzati dai detenuti