quella di 7 milioni e 810 mila italiani in condizioni di povertà (13,1% dell'intera popolazione secondo dati Istat 2009). Nei giorni scorsi 14 comuni della Provincia di Pescara, con meno di mille residenti, avevano lanciato la proposta alla ricerca di residenti al fine di ripopolare il paese e salvarsi dalla soppressione. Agli occhi della signora non una panacea di tutti i mali, ma una sorta di ancora di salvezza a cui aggrapparsi per risollevare le proprie condizioni. E come in epoche remote, si torna ad affidare le ultime speranze all’emigrazione. “Qui non ci sono prospettive di lavoro” racconta la donna “mio marito è barman ma è disposto anche a cambiare mestiere, ho tre bimbi favolosi a cui vorrei dare una qualità di vita migliore anche in un paese più piccolo. Io ho svolto tanti lavori anche umili. Ogni tanto qualcuno mi chiama per assistere qualche anziano o magari per collaborazione domestica, ma capita di rado. Non cerco una villa e un lavoro da 5 mila euro al mese. Cosa vorrei? Un lavoro in regola, una casetta, un posto tranquillo dove crescere i miei figli”. Chissà, dunque, che qualche paese non accolga la richiesta della famiglia palermitana. G.S.
ULTIM'ORA DALLA REGIONE
Sport News
IN PRIMO PIANO
"CENTRO TURISTICO GRAN SASSO EMERGENZA LAVORO, ORA UNITA’ D’INTENTI"
L'AQUILA - " Ci si è affidati alla speranza. Si è sperato nell’intervento esterno riparatore. Si è perso un tempo prezioso per prog...
TOP NEWS
TOP NEWS REGIONE ABRUZZO
FACEBOOK LIVE CENTROABRUZZONEWS
lunedì 29 agosto 2011
RESIDENTI IN CERCA DI UN COMUNE CHE LI ADOTTI
quella di 7 milioni e 810 mila italiani in condizioni di povertà (13,1% dell'intera popolazione secondo dati Istat 2009). Nei giorni scorsi 14 comuni della Provincia di Pescara, con meno di mille residenti, avevano lanciato la proposta alla ricerca di residenti al fine di ripopolare il paese e salvarsi dalla soppressione. Agli occhi della signora non una panacea di tutti i mali, ma una sorta di ancora di salvezza a cui aggrapparsi per risollevare le proprie condizioni. E come in epoche remote, si torna ad affidare le ultime speranze all’emigrazione. “Qui non ci sono prospettive di lavoro” racconta la donna “mio marito è barman ma è disposto anche a cambiare mestiere, ho tre bimbi favolosi a cui vorrei dare una qualità di vita migliore anche in un paese più piccolo. Io ho svolto tanti lavori anche umili. Ogni tanto qualcuno mi chiama per assistere qualche anziano o magari per collaborazione domestica, ma capita di rado. Non cerco una villa e un lavoro da 5 mila euro al mese. Cosa vorrei? Un lavoro in regola, una casetta, un posto tranquillo dove crescere i miei figli”. Chissà, dunque, che qualche paese non accolga la richiesta della famiglia palermitana. G.S.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento