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lunedì 29 agosto 2011

LA CITTA' DISCUTE. "PANEM ET CIRCENSEM"

Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma di Giulio Mastrogiuseppe, presidente associazione celestiniana di Sulmona riguardante gli eventi sulmonesi 
PANEM ET CIRCENSEM

“Se c'è stata più gente al concerto di Nek che alla visita di Benedetto XVI una ragione ci sarà. La faccenda del Papa, ma è una mia personale convinzione, è andata come andata per una serie di questioni, tra cui sicuramente anche il fatto che la gente fosse intimorita. Però, seppure il paragone possa apparire blasfemo a prima vista, una riflessione va fatta. Vedo segnali di dialogo incoraggianti. Sta a chi amministra valorizzarli e farli lievitare. La cosa importante è che siano chiari ruoli e competenze, che ognuno si impegni a rispettarli nell'interesse

collettivo e riconosca a chi lavora e s'impegna il giusto merito. È stato bello ieri (venerdi 26 agosto ndr) il concerto di Nek con tutta quella gente, è stata divertente la notte bianca con la città stracolma. Da parte mia penso, fermamente, che l'offerta e la progettualità di una città con una tradizione culturale come quella di Sulmona non può e non deve risolversi esclusivamente con grandi eventi d'intrattenimento. Che, pur essendo grandi e di buona qualità, sempre d'intrattenimento restano. Salvo che non vogliamo inaugurare una versione moderna del "panem et circensem" (per quanto il panem di 'sti tempi scarseggi un tantino). Va trovata una quadra seria, un equilibrio nella distibuzione di risorse tra intrattenimento e cultura. Il centro storico di Sulmona non è esattamente las ramblas di Barcellona, non c'è lo stesso bacino di utenza, non c'è il mare e non siamo (per fortuna in questo caso) la Catalogna. La vocazione di un luogo non s'improvvisa e non si stravolge, si valorizza e si tutela semmai. Sulmona procede sempre in maniera schizofrenica. Esempio estremo quello dell'ordinanza "anti-movida" e della notte bianca. Da un lato si ripudia di fatto la moda dello sballo e dell'alcol, dall'altro ci si esalta per una nottata di divertimento, certamente, ma fatta anche di migliaia di persone che sbevazzano e sporcano tutto il centro. Da un lato si chiudono entrambi gli occhi sullo "spaccio" delle feste di borghi e sestieri, dall'altro si fa passare SulmonaCinema per una sorta di covo di ubriaconi e spacciatori notturni. Da un lato si sogna una città attraente per un turismo che non sia solo mordi e fuggi, dall'altro c'è il cortile di Santa Chiara e le pertinenze del parcheggio che di notte diventano un pisciatoio all'aperto. Da una parte si aspira alla qualità, dall'altra non c'è attenzione seria per la manutenzione dell'ambiente, per la raccolta dei rifiuti per la minima educazione civica che rende un luogo realmente di pregio e degno di rispetto per chi lo visita. Parliamo della chiusura del Centro Storico (ma che stiamo ancora aspettando?) senza interrogarsi su come valorizzarlo evitando le "utopippe" di gallerie su traverse di Corso Ovidio ecc. L'idea di Iannamorelli della "piccola Barcellona" può piacere o meno (a me non piace) ma è una proposta: tocca raffrontarla con la realtà degli altri 364 giorni dell'anno e di un sistema che è più complesso, con molte più contraddizioni ma detentore di un potenziale, anche economico, molto più interessante delle pur ottime mega feste paesane cavalleresche o della zampanella. Altrimenti il panem con la circensam con ce lo fai. Salvo che non vogliamo solo cavalcare, populisticamente, l'onda di un entusiasmo popolare legittimo, ma che mi sembra solo il frutto effimero di un carnevale dopo la quaresima."


Nota storica. 
La frase panem et circensem risale al poeta latino Giovenale che, nelle Satire, alludeva allo status della società romana del suo tempo (visse nell'epoca tra l'impero di Nerone e Adriano) . I governatori, per assicurarsi il consenso del popolo, distribuivano gratuitamente il pane e organizzavano giochi d'intrattenimento e spettacoli di gladiatori, gratuiti o a basso costo. 

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