SULMONA - "
Quando nei giorni scorsi per via del lavoro che svolgo mi sono recato all'ospedale di Sulmona, quello che mi ha impressionato di più non è stato il vedere donne incinte, in attesa di essere visitate, sottoposte a profumi di cucina, con tanto di intensi odori di sfritti di cipolla e aglio e provenienti chissà da dove (la cucina sembra essere ubicata in luogo lontano per consentire ciò) bensì quella che, se fosse vera, rappresenterebbe un ghiotto boccone per gli amanti del gossip.Sembrerebbe, infatti, che nel progetto di sistemazione dell'unità operativa di endoscopia ci sia la possibilità che la stessa venga accorpato insieme a quello di ginecologia e pediatria.
Già questo porterebbe a contestarne la scelta.Tuttavia, quello che sorprenderebbe in maniera ancor più clamorosa è il fatto che, seppur in regime di sicurezza garantita, presso tale reparto verrebbero sottoposti a visite anche i detenuti provenienti dal carcere di Sulmona.Se fosse vero tutto questo la contestazione che pur ci sarebbe visto che personalmente non vedrei bene due reparti molto diversi per via delle assistenze che assicurano, prenderebbe i connotati di autentico scandalo.Seppur la sicurezza sia comunque garantita dagli uomini della polizia penitenziaria specializzati in questa tipo di lavoro, ci si chiede, infatti,come la prenderebbe una donna incinta la notizia che in quell' anfratto vi entrano anche pluri ergastolani?Credo che il tenore della risposta sarebbe facile intuirlo.Fortunatamente, qualora fosse vera la notizia, saremmo ancora in fase progettuale per cui l'invito che faccio sarebbe quello di prevenire qualsiasi tipo di inconveniente derivante da questa improponibile commistione.Ovviamente ripensare il tutto in un'ottica di una strategia logistica diversa rispetto a quella paventata sarebbe la cosa più opportuna da fare oltre che logica.Vedremo...."
F.to
Mauro Nardella segretario organizzativo UIL PA L'Aquila
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