L'AQUILA - "Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza maschile contro le donne, c'erano tutti i presupposti – o, almeno, così appariva, dopo mesi di lavori congiunti di maggioranza e opposizione - per pensare che avremmo potuto celebrare un passaggio politico-culturale di grande rilevanza: l'approvazione all'unanimità, in Senato, della legge che introduce il principio del consenso nella definizione di violenza sessuale, mentre la Camera dava il sì definitivo alla legge sul femminicidio. Invece, in Italia, il 25 novembre 2025, si è persa la possibilità di affermare un principio di civiltà condiviso." Il riconoscimento del consenso libero e attuale rappresenta un avanzamento storico, che cambia in modo sostanziale la prospettiva nelle aule di giustizia nei tribunali e che, da tempo, è stato adottato da molti Paesi europei " dichiara Gilda Panella, componente il coordinamento nazionale delle Democratiche e portavoce delle Dem del Territorio Aquilano.
"Sarebbe stato un segnale culturale importante e per certi aspetti rivoluzionario, un esempio prezioso di buona politica; ma la maggioranza di destra, che governa il Paese, ha deciso di fare marcia indietro, rinunciando ad un percorso importante costruito insieme all'opposizione e che alla Camera aveva già ottenuto un voto unanime sulla legge del consenso: senza consenso è stupro."
Una presa di posizione che risulta incomprensibile e grave, una scelta che volta le spalle alle donne, che tradisce le aspettative dei CAV, delle reti antiviolenza e di tutti quei luoghi che quotidianamente si confrontano con la realtà di un Paese in cui un numero inimmaginabile di donne, in tutti gli ambiti, subisce ogni forma di violenza, a cominciare da quella sessuale, da parte di uomini indegni. "
I percorsi di civiltà tutelano tutte le donne e lo stop segnato in Senato dalle forze di maggioranza lascia sbigottiti e sconfessa nel peggiore dei modi e pubblicamente l'impegno assunto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Nonostante la brusca battuta d'arresto, non ci si deve arrendere – conclude Gilda Panella -,
occorre continuare a lavorare perché il Parlamento approvi finalmente una legge sul consenso, all'altezza delle aspettative delle donne e degne delle migliori esperienze europee.
E' atto dovuto, in un Paese che voglia definirsi civile, a tutte quelle donne che quotidianamente si confrontano con ogni forma di violenza maschile e nella rispettosa memoria delle donne che la violenza di uomini indegni ha strappato alla vita."
Una legge di civiltà che rende più forte la Democrazia e tutela il diritto delle donne di dire no e quel no ha valenza giuridica.
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