ROSETO DEGLI ABRUZZI - "La prima cosa da dire è che stiamo studiando il corposo documento è questa è solo una prima valutazione. Ad esempio in una tavola sono indicate zone costiere a sviluppo turistico ma senza richiami normativi e stiamo approfondendo.Viene certificato l'errore della politica regionale: i tecnici e dirigenti dello Stato e della Regione Abruzzo smentiscono il taglio della Riserva Borsacchio. La Commissione Paesaggistica aggiunge vincoli su un territorio più ampio del 50%, dal Tordino a Montepagano.Attenzione, i tecnici non sanano il taglio. Aggiungono un Vincolo Paesaggistico importante in un territorio ben più ampio della Riserva ma non tolgono i vincoli naturali.
Nella riunione del 14 ottobre 2025, la Giunta Regionale d'Abruzzo ha preso atto della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico avanzata dalla Commissione Regionale per il Paesaggio riguardante l'area residuale e le zone limitrofe alla Riserva Naturale del Borsacchio.
Con questo atto, la Regione ha approvato un nuovo ed ulteriore vincolo all'area: Il vincolo paesaggistico che si estende con le sue tutele e limitazioni agli edificati oltre i confini della ex Riserva per un'area di 1770 ettari (Riserva 1100 ettari) dal Tordino a Montepagano. Ricordiamo però che il vincolo paesaggistico è un vincolo subordinato ai vincoli ambientali per la normativa vigente in materia ambientale ovvero LGS 152/2006 e 394/1991.La regione è stata fermata dallo stato per voce del Ministero Ambiente per non aver osservato la normativa nazionale ambientale , le citate 394 e 152, non per non aver modificato i vincoli paesaggistici che scattano in automatico nelle riserve appunto come subordinati. Ricordiamo che la Regione Abruzzo si è dovuta scusare con lo stato ed impegnarsi ad osservare le procedure dello stato per modificare la Riserva ovvero la 394/1991 e seguenti. La commissione paesaggistica ha competenze su un'altra legge che riguarda appunto il paesaggio la LGS 42/2004. Sono cose diverse. Sono due Ministeri DIversi. E'
Per istituire, modificare, cancellare una riserva la legge 394/1991, quella contestata dallo stato alla Regione Abruzzo tramite nota del MInistero Ambiente, e leggi seguenti prevedono uno studio scientifico e valutazione ambientale e consultazione qualificata con ente locale (Comune Roseto nel caso specifico) che come certificato dallo stato non ci sono. E non sono sanate da una commissione paesaggistica che si occupa di altro, non di ambiente. Non per parer nostro ma per la legge dello stato Italiano che tutti noi, in primis una giunta regionale, devono rispettare.
Ma proprio in questo passaggio emerge in modo inequivocabile la certificazione dell'errore politico compiuto con il taglio illegittimo della Riserva nel 2023. I tecnici e i dirigenti dello Stato e della Regione certificano l'errore politico richiamando gli studi
Nelle relazioni e nei documenti allegati alla dichiarazione paesaggistica, sono gli stessi dirigenti e tecnici della Regione Abruzzo, insieme ai dirigenti e tecnici dello Stato e alla Soprintendenza, a certificare l'errore della politica regionale riportando gli studi istitutivi scientifici con l'unicità ambientale Pironi/Pacioni che sono studi ambientali da 394/1991 ed ovviamente non smentiscono, non avendo la qualifica, la qualità ambientale unica del tratto costiero e collinare citando appunto i ricercatori abilitati a tale valutazione.
Infatti, la Commissione Paesaggistica, che non ha competenza ambientale, si limita a richiamare gli studi e le relazioni scientifiche esistenti che già documentano la presenza di vincoli ambientali riconosciuti da analisi e ricerche tecnico-scientifiche.
A questi, i tecnici e i dirigenti della Regione, dello Stato e della Soprintendenza aggiungono ulteriori vincoli paesaggistici, estendendo le aree tutelate e smentendo di fatto la decisione politica di ridurre la riserva.
In sostanza, gli organi tecnici — regionali e statali — confermano il valore ambientale (citando lo studio istitutivo) e culturale del Borsacchio, anzi ampliano il valore culturale oltre i confini originari.
È fondamentale ricordare che un vincolo paesaggistico non equivale a un vincolo ambientale. Le leggi nazionali (Legge Quadro sulle Aree Protette e Testo Unico Ambientale) stabiliscono chiaramente che per modificare, ridurre o istituire una riserva naturale servono studi e valutazioni ambientali, non paesaggistiche. La Commissione Paesaggistica non ha potere di legge in materia ambientale e non può sostituire gli strumenti previsti dalla normativa scientifica. Di conseguenza, l'atto approvato dalla Regione non può in alcun modo sanare l'errore politico e amministrativo del taglio della Riserva del Borsacchio.
Il paradosso del PAN: pronto ma bloccato
Il Piano di Assetto Naturalistico (PAN), redatto e finanziato con fondi pubblici, è pronto e completo, ma non può essere approvato proprio perché i confini della Riserva sono stati alterati.
Per modificare anche un solo metro di una riserva, la legge impone nuovi studi scientifici, valutazioni ambientali e procedure complesse, con un enorme spreco di risorse pubbliche già spese.
Per questo, il rischio di un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale è ormai concreto. Non è sufficiente una commissione paesaggistica che non ha espresso ovviamente un parere ambientale necessario ma un valore culturale e di paesaggio come previsto dalla 42/2004. Ma lo stato ha imposto alla Regione abruzzo di seguire gli iter nazionali della legge 394/1991 e seguenti, non di rifare iter paesaggistici della 42/2004 , questo è chiaro a tutti.
Un territorio bloccato da 15 anni di incertezza
La regione non ha risposto allo stato che ha imposto lo stop alla norma taglia riserva. Il risultato è un territorio ancora fermo, soggetto a norme transitorie che impediscono da oltre 20 anni qualsiasi intervento di tutela o sviluppo sostenibile. Senza il ripristino dei confini originari e l'approvazione del PAN, lo stallo normativo rischia di durare altri 10-15 anni, danneggiando cittadini, operatori turistici e l'ambiente stesso. Il Borsacchio vive oggi un paradosso: più vincoli, ma meno tutela reale, più norme, ma meno chiarezza.
La soluzione: ripristinare la Riserva e sbloccare il territorio, Ripristinare i confini originari della Riserva Naturale Regionale del Borsacchio perché è impossibile per la Regione Abruzzo fare una relazione scientifica ambientale che faccia scomparire la biodiversità presente. Tutti i ricercatori, università e tecnici sono d'accordo ed hanno pubblicato studi che hanno fondato e confermato il valore europeo naturalistico della Riserva Borsacchio. Serve Approvare subito il PAN, già completato e finanziato in regione.
Riconoscere un errore non è una sconfitta, ma un atto di responsabilità amministrativa.
Oggi sono gli stessi uffici tecnici e dirigenti pubblici, regionali e statali, a indicare la strada: il Borsacchio va tutelato e valorizzato, non ridotto o manipolato per scelte politiche di breve periodo.
Ricordiamo che fin quando non si definisce il confine permangono norme transitorie , le stesse che hanno bloccato il territorio. E modificare anche solo un metro vuol dire un iter di 10/15 anni di stallo come i precedenti. Ora il vincolo paesaggistico impone ampliamenti del 30% massimo come il PAN .
Ricordiamo a tutti che nella realtà non è una questione di agricoltori che in una riserva sono anche finanziati e sostenuti ma è stato uno scontro sui volumi edificatori di ricchi proprietari che volevano ampliare per strutture turistiche. Ora che c'è un vincolo su territorio più ampio sulle cubature perchè far perdere ai veri agricoltori i contributi europei all'agricoltura nelle riserve? A questo punto perché in un giorno non ripristinare confini, approvare PAN e sbloccare dopo 20 anni il territorio? Da domani quelli che volevano ampliare il casale per fini turistici potranno lavorare (coloro che volevano taglio) e chi vuole far progetti di tutela ambientale lo potrà fare . Perché non scegliere questa semplice e rapida strada civile e di convivenza? Ammettere un errore è faticoso per tutti ma farlo e risolverlo con razionalità aiuterebbe la collettività
L'orgoglio può essere messo da parte per il bene collettivo.
Le Guide del Borsacchio chiedono che la Regione Abruzzo intervenga subito per correggere l'errore e restituire dignità alla riserva e al territorio.
Ogni giorno di ritardo alimenta l'immobilismo e danneggia l'economia, la tutela ambientale e la credibilità istituzionale.
Se la Regione dovesse continuare su questa strada, sarà inevitabile ricorrere alla Corte dei Conti per accertare le responsabilità legate al mancato utilizzo del Piano di Assetto Naturalistico e allo spreco di denaro pubblico".
Marco Borgatti presidente Guide del Borsacchio
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