Il comune di Sulmona non può esprimere simbolicamente fratellanza alla tragedia del popolo palestinese perché l’Italia non riconosce la Palestina come Stato! Qui si vola: o stiamo varcando le soglie di una dimensione parallela e distopica oppure ci troviamo di fronte all’ennesima declinazione della supercazzola di tognazziana memoria.
Quando un’amministrazione nega ai giovani il diritto di esprimere un gesto di solidarietà verso un popolo oppresso, non si limita a dire “no” a una bandiera che oggi rappresenta la sofferenza del mondo intero: alza un muro di indifferenza, respinge un moto di coscienza, spegne un segnale di partecipazione civile. È in questi momenti che si misura la qualità della politica ed è in questi momenti che l’amministrazione comunale ha mostrato debolezza e paura, mediocrità e testa china.
Altre città, dal nord al sud Italia, hanno dimostrato coraggio e chiarezza scegliendo di esporre la bandiera palestinese come segno di vicinanza e responsabilità. Qui, al contrario, si sono preferite risposte che hanno il profumo dell’azzeccagarbugli, finalizzate al non esporsi perché Gaza è sì una tragedia immane che non può lasciare indifferenti, ma la scuderia dice che non si può manifestare troppa vicinanza e che, malgrado il genocidio, bisogna rimanere tra i migliori amici dello Stato di Israele. Sorvoliamo sulla proposta di permettere agli studenti una foto nascosta nel cortile di Palazzo San Francesco: umiliante per chi sta chiedendo giustizia e pace e sintomatico di una destra che confonde il bisogno di politica con un paio di selfie da influencer, e proposta che giustamente gli studenti hanno respinto, preferendo la compagnia di un concittadino illustre, Ovidio.
Noi però non possiamo tacere di fronte a Gaza. Dal 1948 a oggi, il popolo palestinese subisce occupazione, espropriazione, negazione dei diritti fondamentali. Non siamo complici né delle violenze di Hamas né dei rapimenti e delle uccisioni che condanniamo con fermezza, ma riconosciamo che esiste un principio ineludibile: quello del diritto alla vita, unica e irripetibile, alla terra e alla libertà di un popolo intero.
Oggi Gaza è stretta nella morsa di un genocidio trasmesso in diretta davanti agli occhi del mondo. Donne, uomini, bambini massacrati non possono essere ridotti a “danni collaterali”. Non possiamo accettare che la coscienza collettiva venga anestetizzata da un’ortodossia di partito che preferisce un regolamento comunale, un beneplacito dei vigili urbani, all’agire un gesto simbolico nei confronti dell’umanità.
Un’Amministrazione strabica che, non più di una settimana fa, si esprimeva contro il genocidio perpetrato da Israele e ora si intimorisce nell’esporre la bandiera di quel popolo martoriato, definendola "lenzuolo colorato".
Alleanza Verdi e Sinistra di Sulmona ribadisce la propria ferma contrarietà alla scelta del Vice Sindaco Mauro Tirabassi e alla linea di chi, invece di assumersi una responsabilità etica e politica, si rifugia dietro un vuoto tecnicismo. La città di Sulmona non può essere complice del silenzio e gli studenti che hanno animato il corteo di ieri mattina sicuramente non lo sono stati. Apprezziamo il gesto di disubbidienza di coloro che hanno apposto la bandiera palestinese sotto la statua di Ovidio il quale, ci sembra di averlo sentito declamare ammonendo i mediocri: “Gaza Mihi Patria Est”.
Alleanza Verdi e Sinistra - Sulmona
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