SULMONA - "Non c'è più trippa per gatti, o per meglio dire per i detenuti riottosi ristretti al carcere di Sulmona, da quando ci sono i Commissari Francesco Arena e Francesca Aprile giacché, a seguito dei loro sconsiderati atteggiamenti, dai due Commissari vengono trattati come si deve e con gli strumenti normativi messi a disposizione dai codici italiani.
Gli stessi che sono stati utilizzati ieri allorquando, di prima mattina, un detenuto ad Alta Sicurezza, avrebbe avuto la malaugurata idea di mettere le mani addosso a un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria per aver, quest'ultimo, semplicemente svolto regolarmente le sue ordinarie funzioni.Il tempo di capire cosa fare ed ecco che gli ordini per fare capire al detenuto che non gli è convenuto fare ciò che ha fatto sono immediatamente partiti"si legge in una nota giunta in redazione.
Insomma, da quando sono arrivati i due funzionari all'istituto di via Lamaccio i tempi per i più "cattivi" sono cambiati e, seppur si viva in un contesto ancora privato dei previsti comfort per via di diritti soggettivi resi "poltiglia amministrativa" dalla nota carenza di organico e dalla mancata attuazione di politiche strutturali e strumentali capaci di rendere più facile la difficilissima vita professionale dei poliziotti ivi di servizio, i due Commissari hanno e parecchio messo ordine alle cose.
Laddove, quindi, non arriva l'amministrazione centrale, incapace di mantenere fede ad un suo proponimento in materia di trasferimento immediato dei detenuti aggressivi, ci stanno pensando loro due.
I segretari nazionali del Cnpp-spp Di Giacomo e Nardella lo hanno visto con i loro occhi il modo con cui operano e per questo motivo si dicono molto compiaciuti del loro lavoro.
I bravissimi poliziotti penitenziari di Sulmona saranno anche stati lasciati "soli" dall'amministrazione che malissimo sta facendo a non adoperarsi nel dare, trasferendo immediatamente i detenuti malviventi, un forte segnale della sua presenza. Tuttavia gli stessi possono, al momento, ritenersi fortunati nell' avere a loro disposizione queste due efficienti ed efficaci persone, se non altro fino a quando persisteranno i commissari Francesco Arena e Francesca Aprile".
Carcere di Vasto e i suoi guai.
Intervengono il Segretario Generale Cnpp-Spp Aldo Di Giacomo e il suo fedele segretario nazionale Mauro Nardella
Vasto (CH)- A margine della visita tenuta presso il carcere di Sulmona, il segretario generale del Coordinamento Nazionale Polizia Penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo ha detto la sua anche sulla paventata apertura di una nuova sezione per complessivi 50 detenuti in più presso il carcere di Vasto.
Secondo il sindacalista, noto per le presunte minacce avute, unitamente a quelle fatte pervenire a giornalisti affermati quali Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio, da Chico Forti, il carcere di contrada Torre Sinello non può aprire all'arrivo di altri ristretti per via della nota carenza di organico di polizia penitenziaria, dei limiti strutturali che gravano sullo stesso, quali infiltrazioni di acqua piovana ovunque, soprattutto nelle celle dei detenuti e per la mancanza di un presidio quale è la sala regia( Unico caso in Italia) determinante ai fini della gestione della sicurezza e delle emergenze che potrebbero pericolosamente sopravvenire non ultime quelle riferite ad incendi e terremoti che nel piano d'emergenza contemplano la sala regia quale presidio da coinvolgere con immediatezza.
"Se vogliono aprire un'altra sezione che lo facessero ma a patto che arrivino prima i 45 agenti che mancano all'appello e che venga implementata la struttura più importante di un carcere qual è appunto la sala regia" - sottolinea Di Giacomo -
"Il fatto che sia intervenuto il segretario generale di uno dei sindacati maggiormente rappresentativi sul carcere abruzzese la dice lunga sulla necessità che si ha di contrastare la volontà fratricida di un' amministrazione sorda alle grida d'aiuto dei suoi "adepti" e a alla politica carcerocentrica dell'attuale Governo che non sa più dove mettere i detenuti e che a tutti i costi, anche a quello di finire di sfiaccare il personale spremuto a più non posso, vorrebbe costringere a sottostare a carceri già di per sé già troppo sovraffollati. Se non è politica fraticida questa....". - afferma il segretario nazionale Mauro Nardella, fedele collaboratore di Di Giacomo-
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