SULMONA - "Il pensiero in merito del Vice segretario generale del SPP Mauro Nardella.La notizia dell'ultimo smacco subìto dalla città in ambito sanitario, rende, se vogliamo, per chi è dotato di umana intelligenza e che sa cosa si è visto sottrarre, una giornata più che tarlata dal grigio meteorologico, macchiata dal nero sociologico.Se n'è parlato molto sulla stampa ma poco, troppo poco lo si sta facendo nei salotti cittadini.Certo non stiamo vivendo la stessa epopea vissuta ai tempi della questione del punto nascita, allorquando squadre di manifestanti si sono succedute in giustificate processioni di lamenti e di allarmismi. Tuttavia pensare che un presidio di psicologia non sia parimenti importante per gli scopi sociali e non lottare alla stessa maniera, tanto quanto a suo tempo lo si è fatto per quello neonatale, è davvero da incoscienti.
Potremmo pensare al fatto che il lavoro di un ginecologo sia molto più facilmente accettato rispetto a quello di uno psicologo; magari perché non ancora ci si riesce a disfare del pregiudizio legato allo stereotipo dello "strizzacervelli". Ma tant'è.
Per quanto mi riguarda sarebbe stupido continuare a farlo.
Il fatto è che stiamo molto attenti al momento della nascita ma poco ci preoccupiamo della sana crescita.
Eh, si, perché l'errore che spesso si fa, e molti lo vivono, compreso chi scrive, sulla propria pelle, è che la vita può essere pensata tranquillamente vissuta senza che qualcuno possa aiutarci a farlo meglio.
Molti altri, invece, se ne accorgono della loro importanza, come nel caso dei malati oncologici o quelli terminali, solo nel momento del bisogno. Quando magari è troppo tardi.
Nella mia vita professionale ho imparato sempre più ad apprezzare il lavoro dello psicologo fino a decidere di utilizzarlo, considerato il cancro emotivo che il lavorare in carcere produce, per i miei scopi di sopravvivenza.
Spesso mi sono chiesto il motivo per cui gli psicologi effettuano colloqui clinici tra loro tanto che un giorno decisi di fare anche io lo stesso, stando, ovviamente, molto attento a non farlo con un altro compagno di sventura.
Il risultato è stato straordinario.
Nel senso che un lavoro che, complice i miei trent'anni vissuti, circondato, così come lo sono tutti i giorni, da detenuti spesso macchiatosi di efferati crimini, ovvero portato avanti tra grigie mura e finestre sbarrate, oggi, attraverso le mie chiacchierate fatte con chi sa come ascoltarmi e darmi saggi consigli, riesco a viverlo meglio seppur in un contesto comunque di continua sopravvivenza psicologica.
Con la scellerata scelta adottata di privare il territorio di questa importante figura, oggi tale opportunità non è stata tolta solo a me, ma ai tanti che credono di vivere in armonia con il mondo salvo poi, spesso quando è già troppo tardi, doversi ricredere.
Qualche settimana fa la mia preoccupazione sulla menomazione di un servizio essenziale, qual è quello offerto nel territorio dagli esperti in psicologia, lo feci presente all'assessora alla sanità Nicoletta Veri in occasione di un incontro sulla sanità penitenziaria. Il tutto per evitare che ne venga privato proprio nel momento in cui il carcere peligno con i suoi utenti ne avrà più bisogno.
L'augurio è che ci si ravvedi sulla decisione presa".
-Cosi il Vice Segretario Generale SPP Mauro Nardella-
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