La spesa per l’acquisto dell’acceleratore e per la realizzazione della sala bunker dove è stato collocato è stata di 2 milioni e 913 mila euro: circa 2,2 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero della Salute e 720 mila euro provenienti dal bilancio della Asl. Tutta la procedura - appalto, aggiudicazione, montaggio e collaudo - è stata portata a termine in tempi record: i lavori sono iniziati a luglio 2022 e il collaudo è stato ultimato a novembre. Lo scorso 26 gennaio il macchinario ha iniziato l’attività clinica con il trattamento del primo paziente.
“La nuova apparecchiatura avrà ripercussioni positive in termini di assistenza - ha spiegato il direttore generale della Asl 1, Ferdinando Romano: Sarà non solo possibile una più efficace lotta al tumore, e ridurre gli effetti collaterali, ma anche trattare più pazienti in meno tempo riducendo i tempi di attesa”.
Durante la conferenza stampa sono state rivolte parole di ringraziamento al Dipartimento Tecnico e al Servizio Prevenzione e Protezione della Asl, che si sono adoperati affinché il macchinario potesse entrare in funzione nel più breve tempo possibile.
Il professor Gravina ha spiegato che l’acceleratore attualmente è in dotazione solo nei centri con tecnologie più avanzate e ha una grande accuratezza nel colpire il bersaglio, tanto da poter essere utilizzato anche nella cura di patologie tumorali molto complesse. É inoltre dotato di un sistema che consente, prima di sottoporre al trattamento il paziente, di posizionarne al meglio il corpo e correggerne automaticamente gli spostamenti grazie a un lettino robotizzato. Il macchinario ha una velocità di esecuzione così elevata che può erogare le dosi necessarie al trattamento in un terzo del tempo attualmente impiegato e, in alcuni casi, è in grado di farlo anche in 2-3 minuti.
Con l’acceleratore precedentemente utilizzato sono stati trattati 500 pazienti per circa 12.000 prestazioni. Ben 250 quelle di brachiterapia (sorgente di radiazioni collocata all'interno o vicino alla zona da trattare) per patologie oncologiche in prevalenza ginecologiche e dermatologiche, comprese quelle in zone particolarmente a rischio quali il viso e della zona cutanea perioculare".
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