Della riunione “interlocutoria” dell’ 11 maggio, non è stato ancora inviato ai Comuni il relativo verbale (altra inadempienza non certo trascurabile ai fini della legalità e della correttezza): non solo, ma in tale circostanza sono state fatte affermazioni palesemente false. All’osservazione che non è credibile considerare “strategica” un’opera come il metanodotto Linea Adriatica che, secondo le previsioni Snam, dovrebbe entrare in funzione addirittura nel 2034, è stato risposto che “con la guerra in Ucraina è cambiato tutto”. E invece non è cambiato nulla perché, come ha reso noto il Ministro Cingolani, l’Italia “ha già trovato 25 miliardi di metri cubi di gas, il che vuol dire che sostanzialmente abbiamo portato in pari il nostro fabbisogno (dalla Russia importiamo 29 miliardi di metri cubi ogni anno)”. Il resto, secondo Cingolani, arriverà da un piano di risparmio energetico. Tutto il quantitativo di gas reperito da altri fornitori, potrà essere tranquillamente trasportato dalla rete nazionale così come è avvenuto sino ad ora senza nessun cambiamento di sorta. In realtà il nostro Paese sta andando ben oltre la sostituzione del gas russo perché, dopo il previsto acquisto di due navi rigassificatrici da parte della Snam, da collocare una a Piombino e l’altra a Ravenna, è in programma un nuovo gasdotto dalla Spagna all’Italia e si vuole riesumare perfino il vecchio progetto del gasdotto Poseidon dalla Grecia!
Siamo di fronte, insomma, ad una vera e propria bulimia da gas che è in totale antitesi con lo scenario energetico dei prossimi anni. L’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, pochi giorni fa ha affermato che investire nelle rinnovabili “è economicamente più conveniente” e che “in 4 anni l’Italia può dimezzare il fabbisogno di metano”, con indiscutibile beneficio per la nostra bilancia dei pagamenti. E l’associazione Elettricità Futura della Confindustria da mesi sta chiedendo al governo di sbloccare 60 gigawatt di rinnovabili, il che consentirebbe di investire 85 miliardi di euro di risorse private con la creazione di 80.000 nuovi posti di lavoro. Ciò equivarrebbe a risparmiare ben 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Il governo, invece di sviluppare le fonti rinnovabili, contro ogni evidenza economica e climatica continua ad incrementare la realizzazione di impianti totalmente inutili, come la centrale e il metanodotto Linea Adriatica, calpestando i diritti fondamentali delle popolazioni dell’Appennino alle quali viene imposta un’opera altamente impattante al solo scopo di favorire gli interessi della Snam e delle altre multinazionali del settore fossile".
Comitati cittadini per l’ambiente - Coordinamento No Hub del Gas
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