SULMONA -"La costituzione del nuovo Ministero della Transizione Ecologica (che mette insieme le competenze dell’ambiente e dell’energia) è stata accolta con favore da molti, anche nel mondo ambientalista. E’ stato, peraltro, il fattore determinante che ha convinto il Movimento 5 Stelle ad appoggiare il Governo Draghi. Al posto del generale Sergio Costa oggi a capo del Ministero c’è Roberto Cingolani, un fisico – ascrivibile all’area renziana - che non si è mai occupato specificatamente di clima e di ambiente: il suo ultimo incarico è stato quello di dirigente della società Leonardo, principale azienda italiana nel settore della produzione delle armi. Sarà lui a guidare il Ministero che dovrà gestire la quota maggiore delle risorse previste dal Recovery Plan (almeno per il 37 per cento dei fondi).Ma per cercare di capire in che direzione andranno le scelte politiche del Ministero non basta tener presente chi c’è a capo ma anche quali dirigenti e quali funzionari sono chiamati a gestire, e spesso anche a determinare, tali scelte. Le prime decisioni del neo ministro Cingolani non possono non allarmare. A volte ritornano, è il caso di dirlo. La squadra che affiancava l’ex Ministro Costa è stata azzerata e - come ha scritto Il Fatto Quotidiano del 20 febbraio – a guidare la transizione ecologica saranno uomini della molto discussa stagione di Gianluca Galletti, il ministro dell’Ambiente dei governi Renzi e Gentiloni. “Capo di gabinetto – scrive il Fatto – sarà il consigliere parlamentare Roberto Cerreto, che ebbe lo stesso ruolo nel Ministero delle Riforme di Maria Elena Boschi, che poi lo volle pure come capo del legislativo a Palazzo Chigi quando divenne sottosegretaria di Gentiloni. Anche l’ufficio legislativo tornerà ai tempi di Galletti : il capo sarà Marcello Cecchetti, professore a Sassari, giurista d’area PD anche lui con ascendenze renziane. Il suo vice sarà Marco Ravazzolo, anche lui a suo tempo consigliere di Galletti, ma soprattutto dirigente di Confindustria, di cui finora è stato responsabile Ambiente. Dalle legittime ragioni dell’impresa a dirigente di un ministero spesso in conflitto con quelle ragioni è un cambio non da poco”. E’ proprio un bell’assortimento, non c’è che dire. A differenza dell’Italia, in Francia e Spagna il Ministero della Transizione Ecologica ha competenze non solo su ambiente ed energia ma anche su diversi altri settori come trasporti e territorio; inoltre alla guida del Ministero vi sono persone con una visione ambientalista. Qui da noi vengono richiamati in servizio rappresentanti del vecchio modello industrialista che ha dilapidato le risorse del pianeta e che vedono come fumo negli occhi l’abbandono delle fonti fossili (gas compreso).
L’assetto del nuovo Ministero ci riguarda direttamente perché fu proprio con i governi Renzi e Gentiloni che il costosissimo (1 miliardo e 900 milioni di euro) ed inutile progetto Linea Adriatica della Snam ebbe i passaggi decisivi del suo iter autorizzativo. Tra l’altro Renzi (il consulente, ben retribuito, del principe saudita Mohammad bin Salman) s’inventò lo Sblocca Italia e qualificò come “strategici” i metanodotti. Gentiloni è colui che ha autorizzato la centrale di compressione, il 7 marzo 2018, due giorni dopo che si era votato per il rinnovo del Parlamento.
Saranno questi gli “uomini nuovi” chiamati a decidere sull’autorizzazione del metanodotto e sulla concessione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per la messa in esercizio della centrale e saranno sempre essi a decidere se accogliere o meno la richiesta di riapertura della VIA, vecchia di dieci anni, avanzata formalmente dal Comune di Sulmona. Che la transizione ci sarà è sicuro. Si tratta di vedere in quale direzione : se verso il futuro, come ha deciso l’Europa con il Green Deal, oppure verso una gigantesca operazione di greenwashing, un ”ecologismo di facciata” agitato spesso dalla politica, mentre le pratiche sono rimaste quelle di sempre. Del resto, non dimentichiamolo, l’Italia è il paese del Gattopardo!!!… "
Coordinamento No Hub del Gas
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