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sabato 17 ottobre 2020

POLITICHE ANTI COVID ISTITUTI PENITENZIARI PROVINCIA DELL’AQUILA

L'AQUILA - "In virtù di quanto emerso negli ultimi tempi in termini di contagio ex covid-19 si chiedono alle SS.LL. quali determinazioni intenderanno ulteriormente adottare al fine di prevenire o quanto meno contenere un possibile quanto non auspicabile incontro ravvicinato con quella che non è minimizzante considerare essere una delle piaghe più temerarie che mai si sia affrontata a memoria penitenziaria.Seppur non si siano manifestate sinora forti criticità in termini di contagiati e/o quarantenati tra il personale operante negli istituti ed i detenuti in esse ristretti ci sembra giusto invitare a non sottovalutare i possibili drammatici risvolti che potrebbe avere l’ingresso in carcere del covid-19.Ad oggi possiamo dire senza tema di smentita che molto di più si poteva e si doveva fare per ridurre al minimo i rischi di contagio. Ad eccezione della C.C. di Avezzano che ci sembra abbia portato avanti una distribuzione di mascherine e gel igienizzante in linea con quelle che sono le esigenze pro capite, negli istituti di Sulmona e L’Aquila, invece, si farebbe fatica a reperire
sufficienti dispositivi capaci di limitare l’impatto con il virus.
In questi ultimi due istituti tutti non si hanno notizie di una equa distribuzione di gel igienizzante tra
i vari reparti. Capita così che proprio laddove si ha forte necessità, come nel caso delle sezioni
detentive, di doverne disporre ci sembra di aver osservato una insufficiente se non del tutto
mancante predisposizione di appositi dosatori. Le SS.LL. converranno con lo scrivente che una
2 siffatta situazione mal si concilia non solo con la equi garanzia del diritto alla salute ma con la
logica politica del minor impatto con la popolazione detenuta.
 Non si capisce inoltre se i detenuti all’interno delle sezioni detentive debbano o meno portare la
mascherina ed essere dotati anch’essi di gel igienizzante visto che ad oggi quello dei reparti interni
sembra essere un mondo a parte.
 Riteniamo meritevole di ottima menzione la scelta di dotare gli istituti penitenziari di operatori
socio sanitari anche se sarebbe auspicabile un loro utilizzo h24 . Male non sarebbe rendere
strutturale la loro presenza negli istituti penitenziari. Il loro avvento non solo sta permettendo una
adeguata opera di prevenzione, attesa la loro propensione a rilevare i parametri vitali di chi in
istituto vi accede, ma ha di molto migliorato l’assistenza dei portatori di patologie croniche e la
condizione lavorativa del personale medico ed infermieristico.
 Nel ritornare sulla questione caserme la Uil da tempo sta invitando l’Amministrazione
penitenziaria a farsi promotrice di politiche di ricerca di locali idonei ad ospitare personale di
polizia penitenziaria, soprattutto proveniente da realtà extraterritoriale, che ne farà richiesta, che sia
risultato positivo al covid o che abbia subito il vincolo della vigilanza attiva.
Non si hanno notizie circa la sottoposizione assidua al tampone e/o test sierologici del personale di
polizia penitenziaria cosa molto strana atteso che il personale medico ed infermieristico lo
effettuerebbe a cicli continui. Questa mancanza, tra l’altro più volte richiesto dalla UIL, la riteniamo
meritevole di essere evidenziata e colmata.
 Nel concludere si chiede alle SS.LL. di impegnarsi anche oltre il richiesto implementando tutte le
politiche anticovid che si riterranno utili per rendere ancor più ermetico un mondo, qual è quello
penitenziario, che non ha certo bisogno di essere raccomandato in tal senso vista la peculiarità che
ha di contenere persone in stato di restrizione fisica".


Il Vice Segretario Generale UIL PA P.P. Abruzzo
Mauro Nardella

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