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martedì 10 dicembre 2019

NUOVI IMPIANTI DA SCI NEL PARCO REGIONALE SIRENTE–VELINO

L'AQUILA - "La Commissione VIA ne discute il 12 Dicembre a L‘Aquila SOLDI PUBBLICI PER DISTRUGGERE E SOLDI PUBBLICI PER RIMEDIARE.La Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) della Regione Abruzzo si riunirà a L’Aquila  giovedì 12 dicembre 2019, per discutere della realizzazione dei nuovi impianti da sci ad Ovindoli. Potrebbe essere, purtroppo, l’inizio di una incredibile storia di sperpero di denaro pubblico per un progetto che devasta una parte ancora integra del Parco Regionale del Sirente-Velino e con dubbi assai pesanti sulla legittimità della cosa.Immaginate una porzione del M.Magnola nel Massiccio del Velino, la bellissima Valle delle  Lenzuola,  sfigurata  prima dalle   ruspe  e  poi   dai cavi   e dai   piloni  dei  nuovi impianti   di   risalita,   un   danno   ambientale   esorbitante,   un   paesaggio   montano irrimediabilmente distrutto. Il tutto per che cosa? Nuove piste da sci ?
Con ogni probabilità per niente ! Cosa poi tanto più grave in quanto si tratta di una zona di
    importanza fondamentale per specie particolarmente tutelate dalle Direttive europee
    tra cui l’orso marsicano.
    Si   saranno   spesi   soldi   pubblici   per   distruggere   un   territorio   che   ricade   in   un   Parco
    Regionale   nato   per   salvaguardare   quei   territori   e   sulla   base   di   atti   amministrativi   in
    evidente   contrasto   con   leggi   comunitarie   e   nazionali   di   recepimento.   Ci   saranno
    contenziosi, gli atti saranno verosimilmente impugnati ed il rischio è che non si otterrà
    nulla   di   quanto   sperato   (da   qualcuno...).   Con   ogni   probabilità   resteranno   habitat   da
    restaurare, nuove procedure di infrazione comunitarie da gestire e altri soldi da pagare,
    per le sanzioni della Comunità Europea e per restaurare i danni nel frattempo arrecati.
    Ma come  si può arrivare a tutto  questo? Eppure basta  fare  tre  semplici azioni,  nella
    possibilità di qualsiasi cittadino italiano. Prima di tutto cerchiamo una cartografia dei siti
    comunitari   ZSC   IT7110206   “Monte   Sirente   e   Monte   Velino”   e   ZPS   “Sirente-Velino"
    IT110130 (la troviamo sul sito del Ministero dell’Ambiente o della Regione Abruzzo) ed
    accertiamo che la Valle delle Lenzuola è un territorio protetto non solo dall’Abruzzo o
    dall’Italia ma dalla stessa Comunità Europea! Leggiamo poi la documentazione di progetto
    fornita dal Proponente Comune di Ovindoli (pubblicata http://ambiente.regione.abruzzo.it/)
    che con chiarezza indica quali habitat di interesse comunitario (anche prioritari!) verranno
    distrutti, dove e per quale superficie. Infine come ultima azione digitiamo su un qualsiasi
    motore di ricerca “DPR 357/93 testo aggiornato” e leggiamo l’articolo 5 comma 10.
    Parole semplici e comprensibili per tutti :  “Qualora   nei  siti  ricadano  tipi  di  habitat
    naturali e specie prioritari, il piano o l'intervento di cui sia stata valutata l'incidenza
    negativa   sul   sito   di   importanza   comunitaria,   può   essere   realizzato   soltanto   con
    riferimento ad esigenze connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica o
    ad   esigenze   di   primaria   importanza   per   l'ambiente,   ovvero,   previo   parere   della
    Commissione europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”.
    E concludiamo che siamo dentro due siti tutelati dalla Comunità Europea (“Monte Sirente
    e Monte Velino” e “Sirente-Velino”), che ci sono habitat prioritari che verrebbero distrutti
    dal progetto e che non essendo in gioco la salute dell’uomo o la pubblica sicurezza il
    progetto deve - incontrovertibilmente - essere valutato dalla Commissione Europea. Non a
    caso in   merito  al   progetto  ha   già   inviato   una lettera  il  nostro  Ministero   dell’Ambiente
    chiedendo alla Regione spiegazioni.
    Intanto il primo atto amministrativo è già stato prodotto: è il giudizio di incidenza, ai sensi
    del DPR 357/93, redatto dal Comune di Ovindoli. Già proprio il Comune di Ovindoli, ma
    come può essere competente per la Valutazione di incidenza se è il soggetto proponente?
    Ma non c’era l’incompatibilità tra   controllore e controllato? Ebbene  il  capolavoro della
    valutazione di incidenza di Ovindoli prima illustra quali e quanti habitat e specie, anche
    prioritarie, saranno distrutti e poi emette un giudizio favorevole a … se stesso!
    E adesso cosa succederà? Il CCR VIA accetterà le conclusioni di una valutazione di
    incidenza che il Comune di Ovindoli ha fatto al progetto di cui egli stesso è proponente
    disapplicando in modo clamoroso la legge di recepimento (DPR 357/93 e ss mm ii) della
    Direttiva  Habitat  ?  Ma   la  Comunità   Europea  non   aveva   già  aperto   una   procedura   di
    infrazione contro l’Italia, che il Consiglio dei Ministri il 30 marzo 2015, aveva trasmesso
    alla Conferenza delle Regioni (quindi all’Abruzzo), che trattava anche della criticità delle
    procedure   di  valutazione   assegnate   ai   Comuni   Abruzzesi?   È   facile   immaginare   cosa
    penserà la Commissione Europea della scelta di fare valutare allo stesso Comune anche
    l’incidenza dei progetti per i quali egli stesso è il soggetto giuridico proponente.........
    Tutte le associazioni ambientaliste inclusi il CAI ed Italia Nostra hanno presentato le
    loro motivate  osservazioni  al CCR-VIA  e pesantemente criticato  il  progetto  per i
    danni che arrecherà al Parco  Regionale  ed  all’unica porzione  ancora  integra del
    M.Magnola.
    Alcune di esse hanno inoltre evidenziato che l’eventuale approvazione del progetto
    costituirà   una   palese  violazione   del   principio   di   gerarchia   delle   fonti   del   diritto,
    ovvero un atto in contrasto con una normativa di rango superiore, in questo caso
    normativa nazionale di recepimento di una direttiva comunitaria.
    Concludiamo con una riflessione, probabilmente non vedremo nuove piste da sci ma solo
    una devastazione ambientale irrimediabile, un lungo e oneroso contenzioso legale che
    vedrà l’Abruzzo soccombente e altri fiumi di denaro pubblico da usare questa volta non
    per distruggere, ma per pagare le pesantissime multe europee, e per cercare di restaurare
    in qualche modo il danno arrecato ai siti che l’Abruzzo e l’Italia si erano impegnati, oltre 20
    anni or sono, a proteggere e salvaguardare".

    Stefano Allavena –Delegato LIPU per l’Abruzzo
    Stefano Orlandini – Presidente di Salviamo l’Orso
    Fabio Borlenghi -  Responsabile ALTURA per l’Abruzzo
    Città S. Angelo, 10 dicembre 2019

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