SULMONA - "Pur plaudendo (ma senza entusiasmo) all'iniziativa riguardante il documento di prossima condivisione sullo "sviluppo del territorio" che coinvolgerà 15 comuni ("progetto M.I.T.O., Empowerment delle istituzioni locali”) e discusso ieri a Sulmona nell'Aula Consiliare, su impulso del Comune, “ente capofila”, ci chiediamo se non sarebbe stato più opportuno, oltre che necessario, discutere di sviluppo sulmonese, di bandi (delle bande) e di risorse da intercettare ad inizio consiliatura, come dichiarato nel Programma elettorale,e non sull'orlo del traguardo/baratro. Traguardo che potrebbe essere anticipato a gennaio, salvo i soliti inciuci di palazzo che risolleverebbero per un altro anno il "soccombente" comune in coma amministrativo.
E la morte "incombente" non è purtroppo soltanto amministrativa. Il declino della nostra città deriva da una precisa destrutturazione culturale ed economica, scientemente praticata, che ormai da anni percorre la via dell'inevitabile tramonto delle aree interne. Ed i responsabili non sono soltanto gli attuali amministratori, derivazione proteiforme Gerosolimiana dell'ultima tornata elettorale: il problema vero sta nel fatto che chi promette non mantieneo non può mantenere.
Si guarda ora alla costa come all'ultimo baluardo di una regione che non è più in grado di affrontare le sfide necessarie per un futuro adeguato ad una moderna visione di progettualità, produttività, mobilità, interconnessione e ambiente.
Si firmano “carte di intenti” (siamo dunque ancora alle dichiarazioni di intenti, a tre anni e mezzo dall’insediamento!) per sviluppare produzioni fantomatiche ed irrealizzabili, perché quando la macchina ha i motori paralizzati è inutile sognare viaggi coast to coast. Si parla a vanvera dunque, si discute, si chiacchiera e si promette per poi andare avanti producendo fumo agli occhi, boccheggiando in attesa che gli interessi forse più personali che politici la facciano da padrone su quelli dei cittadini, spostando a destra e a manca una politica che, a partire da quella locale, inquieta per la totale insussistenza etica e moralecon la quale si procede infischiandosene perfino di quello che pensano gli elettori... e a riscontro anche i Salesiani abbandonano, dopo 40 anni, un campo ormai irrecuperabile!
E non si azzeccano nemmeno i titoli, giacché la parola MITO, ellenicamente parlando, ci consegna un ideale piuttosto fantasmagorico, bellissimo ma non reale. Un autogoal concettuale, che mentre smitizza già nel nome ogni dichiarato intento, null'altro denuncia se non una mitomania autoreferenzialeche certo non resusciterà più il morto.
A convalida di ciò, mentre si dà fiato alle sirene con le "mitiche" progettualità, affiora sempre più il caos "riorganizzativo" della macchina amministrativa che affoga fra macro-ristrutturazioni fallite, mini dirigenti mancati, bandi per nuovi dirigenti... come una grande nave troppo piena di falle e toppe malmesse".
I portavoce del Meetup Amici di Beppe Grillo - Sulmona
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