SULMONA - È un altro scippo ai danni delle aree interne la ferma intenzione di Trenitalia (divisione trasporto regionale) di trasferire la Sala operativa regionale di Sulmona” così Alberto Di Giandomenico, coordinatore del movimento Italica, che interviene sull’ipotesi di trasloco della Sala operativa regionale (Sor) a Pescara che sta passando senza che qualcuno dei rappresentanti del territorio Peligno muova un dito per evitare questa ennesima spoliazione. Con i tagli al personale e ai servizi della stazione di Sulmona, i trasferimenti in sordina, la chiusura della mensa ferrovieri, la cancellazione del presidio di Polizia ferroviaria, il tramonto degli Impianti equipaggi personale di condotta, già finiti a Pescara, non rimane molto in valle Peligna.
“Privare la stazione di Sulmona della Sor magari gioverà per un po’ a Pescara, ma il capoluogo adriatico ne soffrirà quando a guardarle le spalle non ci sarà più la stazione di Sulmona - spiega il portavoce del movimento politico d’Identità e territorio - Come secondo scalo d’Abruzzo per passeggeri Sulmona è inserita a pieno titolo nel Corridoio 5, affievolirla ancora è come strapparsi il cuore in cambio di un bypassper l'azienda. Abbiamo diritto ad una opportunità eppure la Costa sta rastrellando tutte le risorse disponibili, quelle che andrebbero distribuite equamente”.
Né si può immaginare un'utilità, per la Sala operativa regionale a Pescara, il contatto con il regolatore della circolazione ferroviaria. Di fatto le attività svolte dalla Sor vanno avallate dall’invio di una email o da una trasmissione via fax. “Il trasferimento produrrebbe un valore aggiunto che l’azienda richiama puntualmente ogni vota che vuole giustificare l’operazione - continua Di Giandomenico - Quale, mi domando, se la Sala operativa ha una performance a dir poco eccellente a Sulmona, 24 ore su 24. Quale, se a pesare sul prezzo di un capriccio, il trasferimento della Sala operativa regionale a Pescara, sono logistica, implementazione, formazione e gestione del passaggio. L‘operazione non è in linea e per l’accentramento forzato verso la costa adriatica poi non esisterebbero progetti espliciti del gruppo Fs, né di Trenitalia, né di Rfi in cui sia comprovata la convenienza e l’urgenza dello spostamento della struttura tale da giustificare un carico economico tanto impegnativo” aggiunge il coordinatore di Italica - Parliamo di uno snodo che coordina, anche in tempo reale, tutte le realtà che prendono parte al servizio di trasporto e che a Sulmona non solo ha raggiunto i livelli di produttività e di efficienza previsti, ma li ha di gran lunga superati. Alcuni hanno tentato di legare il trasferimento da Sulmona a Pescara della Sor all’accorpamento, nel capoluogo Peligno, del Polo manutentivo chiuso a Pescara. Se di scambio vogliamo parlare dovremmo ricordare allora che Sulmona ha già pagato perdendo gli impianti equipaggi personale di condotta finiti nello scalo ferroviario pescarese”. Le attività Sor sono d’importanza strategia e non ammettono accorpamenti con le altre unità produttive della Direzione regionale di Trenitalia, sottolinea un tecnico esperto in materia. Soprattutto, nell’eventualità che una qualsiasi calamità colpisse il capoluogo Adriatico chi gestirebbe l’emergenza? Nemmeno è auspicabile che il trasferimento sia “mitigato” perché ne risentirebbe la Sor in termini di produttività ed efficienza, l’intero apparato operativo di Trenitalia, la sicurezza del servizio e il bilancio aziendale - conclude il presidente di Italica -la comunità Peligna è sotto il flagello della crisi e privarla ora anche della Sor, sono 16 posti di lavoro, è come timbrare un biglietto per l'inferno ”.
Alberto DI Giandomenico.
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