L'AQUILA - Dopo ben otto anni dal suo avvento è stato finalmente recepito e presto, si spera, attuato il protocollo d'intesa regionale. Infatti, questo importantissimo strumento, che riscrive interessi normativi in fatto di diritto dei poliziotti penitenziari facenti capo all'accordo quadro nazionale e che li trasla in sede locale plasmandoli all'esigenza di ciascuna realtà penitenziaria italiana, da moltissimo tempo era stato già adeguatamente recepito da tutti i presidi penitenziari del provveditorato dell'amministrazione penitenziaria del Lazio, Abruzzo e Molise fuorché da quello del penitenziario aquilano.-A darne notizia è Mauro Nardella componente della segreteria della Camera Sindacale Territoriale Adriatica Gran Sasso-
In una riunione sindacale tenutasi ieri e che ha spezzato un digiuno durato troppo a lungo, la delegazione UIL ottimamente rappresentata dal segretario regionale Gaetano Pignatelli, dal segretario Provinciale Moreno Pignatelli e dal segretario confederale Mauro Nardella, ha chiesto ed ottenuto l'immediata attuazione delle regole impartite da accordi regionali, con particolare riferimento alla mobilità interna, che ben sapranno distribuire equamente carichi di lavoro e diritti ad una partecipazione attiva dei baschi blu aquilani in fatto di riqualificazione professionale così come impostata dal P.I.R. ( protocollo d'intesa regionale).-Specifica Nardella-Un grande passo avanti è stato fatto anche se molto resta da fare.
Ci saranno da limare ancora alcune cose ma la strada è stata tracciata.
Ora tocca al nuovo direttore, al quale va comunque il plauso per aver finalmente riattivato il circuito delle relazioni sindacali, ripristinare un percorso che, nel campo delle procedure di esame delle prerogative contrattuali, risulta anch'esso fermo alle 3.32 del 6 aprile 2009.
Il protocollo d'intesa permette di migliorare l' assetto organizzativo dei vari istituti di pena attraverso l'applicazione in loco di norme contrattate su base regionale e che tengano conto delle peculiarità degli istituti di pena del distretto di competenza.
Esso è uno strumento necessario per evitare sperequazioni di trattamento soprattutto nell'ambito della mobilità interna in quanto evita che la scelta fatta in ordine all'attribuzione di specifici compiti e/o assegnazione in uffici per i quali è richiesta particolare capacità avvenga in maniera non trasparente.
-Conclude cautamente soddisfatto il segretario della Uil-
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