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mercoledì 13 giugno 2018

POLIZIA DI STATO: RAFFICA DI PERQUISIZIONI E ARRESTI A L’AQUILA NELL’AMBITO DELL’OPERAZIONE “PAPAVERO”

L'AQUILA - La Squadra Mobile della Questura di L’Aquila questa mattina ha eseguito, su delega della Procura della Repubblica di L’Aquila, 9 misure cautelari, di cui 5 in regime di detenzione in carcere e 4 con divieto di dimora in questa provincia, e 24 perquisizioni in tutto il territorio aquilano (Avezzano e Sulmona)   a carico di soggetti extracomunitari, tutti richiedenti asilo e originari del Gambia, Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio, Niger e Senegal. Le indagini sono scattate dopo  una rapina  con violenza sessuale,  perpetrata nella notte del 25 novembre 2017, in danno di una ragazza residente a L’Aquila,
mentre rientrava nella propria abitazione. Intorno alle ore 2 del mattino, la vittima veniva sorpresa alle spalle da uno sconosciuto che, dopo averla afferrata per il collo e tappatole la bocca, la trascinava all'interno di un fabbricato inagibile, puntandole un oggetto alla gola.
Una volta all’interno, dopo averle  intimato di consegnargli il telefono ed il denaro, iniziava a palparla, finché, approfittando di una distrazione dell'uomo, la ragazza riusciva a fuggire.
Nel corso delle indagini dirette ad identificare l’autore della rapina, individuato in un cittadino gambiano di 20 anni domiciliato presso una comunità per richiedenti asilo,   situata   nelle   vicinanze   del   luogo   dell’aggressione,   si   delineava     anche l’esistenza di un sodalizio criminale  capeggiato da un suo connazionale,  un 28enne anch’esso domiciliato a L’Aquila  e  conosciuto alle Forze dell’Ordine per reati in materia di stupefacenti e per  ricettazione, soprattutto di telefoni cellulari rubati.

Da   una   perquisizione effettuata   presso il centro di accoglienza, dove il 28enne risultava  domiciliato,  venivano  rinvenuti degli apparati mobili  muniti di sim- card  intestate  a soggetti inesistenti ed impiegati dal team criminale, rendendo difficile risalire all’identificazione dei diretti utilizzatori.
Le indagini, inoltre, permettevano di scoprire un’attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti diretta ai giovani, anche minorenni, che incontravano   nel centro storico cittadino, in pieno giorno e nei pressi dei palazzi in ricostruzione.
I   pusher   si   presentavano   agli   incontri   a   bordo   di   biciclette,   in   modo   da dileguarsi per i vicoletti del centro, sottraendosi facilmente al controllo in caso di intervento da parte della Polizia.
Un   altro   espediente   che   ha   reso   difficoltoso   ricostruire   le   attività   illecite commesse   dal   sodalizio   criminale   è   stato   l’utilizzo   di   idiomi   dialettali   quali.Le   perquisizioni   effettuate   hanno   interessato   cittadini   extracomunitari richiedenti asilo, domiciliati oltre che nel territorio del capoluogo abruzzese, anche residenti a Firenze e Roma,  entrati in affare con il gruppo criminale indagato.



Questura di L’Aquila   
 - Ufficio Stampa