L'AQUILA - “I contributi pubblici che il Consiglio regionale si appresta ad elargire ‘a pioggia’ per manifestazioni culturali, eventi e iniziative del più svariato genere, rappresentano un’offesa grave nei confronti di tutti quei sindaci che, dopo i recenti terremoti, hanno chiesto aiuto alla Regione per garantire la sicurezza nelle scuole dei propri comuni e si sono visti sbattere letteralmente la porta in faccia”.E’ quanto denuncia il presidente della Provincia dell’Aquila Antonio De Crescentiis in relazione al provvedimento di legge da 2 milioni di euro in discussione a palazzo dell’Emiciclo.
“Un provvedimento – sottolinea De Crescentiis – che rappresenta la più bieca politica clientelare e si pone in perfetta continuità con il passato”.“Se questa legge dovesse essere approvata, mentre migliaia di famiglie abruzzesi vivono ogni giorno la preoccupazione per la sicurezza nelle scuole frequentate dai propri figli, la Regione darebbe un duro colpo alla credibilità stessa della classe dirigente alimentando quella distanza dai problemi reali dei cittadini che sta accrescendo un sentimento di ostilità verso la politica”.“Com’ è noto – aggiunge De Crescentiis – i sindaci stanno sostenendo spese non previste per sistemare al meglio le scuole dei propri comuni per le quali hanno richiesto aiuto alla Regione senza ricevere alcuna risposta. Sono stati lasciati soli a far fronte a problemi ben più seri degli eventi e delle manifestazioni di cui si sta occupando il Consiglio regionale, con un uso scellerato del denaro pubblico”.“Una realtà, quella della sicurezza sismica, che personalmente sto vivendo nel mio doppio ruolo di sindaco e di presidente della Provincia, e per la quale ritengo non ci sia più tempo da perdere”.“Per questo ritengo sempre più urgente la convocazione, da parte della Regione, dell’incontro che ho sollecitato, con la presenza del sindaco dell’Aquila e dei titolari dell’Usrc e dell’Usra, per avere certezza sui finanziamenti necessari a mettere in sicurezza le scuole superiori della provincia, con particolare riferimento alla città dell’Aquila e alla Valle Peligna, senza dimenticare l’Alto Sangro e la Marsica”.“Ogni ulteriore ritardo sarebbe un’imperdonabile inerzia che non siamo più disposti a giustificare”, conclude De Crescentiis.
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