PRATOLA - No alla riproposizione del modello di sviluppo fondato sulle energie fossili anziché rinnovabili. No a una riforma che riduce gli spazi democratici e danneggia l’ambiente. E’ quanto venuto fuori nei giorni scorsi a Pratola Peligna in un incontro promosso dagli ambientalisti sul referendum del 4 novembre. “Eliminando la riforma Boschi nel titolo quinto, si sposta l’asse verso la centralizzazione di una competenza legislativa presso lo Stato.
Ciò vuol dire che la Regione non potrà fare più nulla dinanzi un’opera impattante”- esordisce Giovanna Margadonna, componente dei comitati cittadini per l’ambiente, alludendo alla centrale e al metadonotto Snam. “La nostra posizione del no è volta a tutelare l’ambiente e a rafforzare tutte le lotte messe in atto nell’ultimo periodo come la NO Snam”- incalza il giovane Marco Alberico. “La riduzione dei costi sarò irrisoria e farraginosa, aumentando il contezioso davanti la Corte Costituzionale. Se l’Italia torna a un neocentralismo, non può dirsi un paese moderno”- ha concluso il professor Di Salvatore, ospite dell’incontro.
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