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mercoledì 31 agosto 2016

MONTE SAN COSIMO: "CHE FINE HA FATTO IL PROGETTO DI RICONVERSIONE?"

SULMONA - Riconvertire il deposito militare di Monte San Cosimo in un Polo logistico di Protezione Civile. Il Comitato cittadini Valle Futura si batte da anni per quest’obiettivo ma la situazione del progetto si trova di nuovo in una situazione di stallo. E’ quanto denuncia il referente del Comitato Roberto Santilli: “Nonostante tre incontri avuti con il sottosegretario alla presidenza della Regione con delega alla protezione civile Mario Mazzoca,
l’ultimo nel maggio scorso, per una serie di motivi che non conosco questa idea-progetto non riesce a decollare e ad andare avanti”. Il lavoro del Comitato cittadini Valle Futura, iniziato nel 2006, aveva portato ad una risoluzione approvata all’unanimità nel 2011 dal consiglio regionale. “Nell’arco di questi dieci anni – afferma Santilli – abbiamo incontrato tutti i sindaci del comprensorio facendo riunioni nei Comuni per spiegare agli amministratori il progetto che è stato poi approvato dai vari consigli comunali. Stessa cosa è avvenuta da parte della Provincia. Dopo il sisma del 2009 siamo stati costretti ad interrompere momentaneamente le nostre iniziative che sono state riprese a fine 2010 sino ad arrivare all’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale”. Santilli ricorda inoltre che i sindaci presero una precisa posizione dopo una riunione nel 2013 alla Comunità Montana Peligna: “Fu costituito il Comitato ristretto dei sindaci con Sulmona, Pratola Peligna e Prezza e con rappresentanti di Provincia e Regione che avrebbe dovuto fare da stimolo all’iniziativa verso la Regione ed il Governo ma dobbiamo constatare che ad oggi tutto si è arenato”. L’area in questione, grazie alla sua estensione di 133 ettari, potrà inglobare una serie di servizi fondamentali. “Nel Polo logistico di Protezione Civile – spiega Santilli – prevediamo uffici, officine, centri di stoccaggio merci, di addestramento e di formazione, un eliporto ed un’area dove accogliere le persone in caso di eventi sismici”. La struttura si renderebbe utile per interventi urgenti in tutto il centrosud Italia fortemente a rischio per la presenza non solo di faglie sismiche ma anche di vulcani. “Probabilmente in pochi sanno – prosegue – che, in caso di eruzione del Vesuvio, è previsto a livello nazionale che le popolazioni di Napoli e dei centri limitrofi vengano trasferite nelle Regioni a monte con l’Abruzzo che verrà pienamente coinvolto nell’emergenza”. Roberto Santilli rivolge un accorato appello alla Regione ed al Governo: “La Regione, avendo competenze in materia di Protezione Civile, deve fare proprio il progetto sollecitando il Governo ad adottarlo visto che può rientrare benissimo nell’iniziativa di Casa Italia proposta dal premier Renzi”. Santilli sottolinea infine che un centro del genere sarebbe stato utile per organizzare meglio i soccorsi del recente sisma che ha colpito il centro Italia. “Con un eliporto nella nostra zona – conclude – sarebbero state presenti 200 persone tra specialisti e di pronto intervento. Rispetto il lavoro della Protezione Civile ma dopo il terremoto di qualche giorno fa alcune squadre di soccorso sono arrivate in ritardo con il risultato di tirare fuori dalle macerie persone già morte. Con un intervento più celere e più organizzato si sarebbero potute salvare tante vite umane”.


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