SULMONA - Una lettera "poco chiara o meglio irrituale e che ha qualcosa di poco convincente". Così è stata "bollata" dal sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli la missiva protocollata il 22 luglio scorso, inoltrata dalla pec della Saca ai sindaci del comprensorio che hanno conferito il servizio acquedottistico all'ente. Una lettera a firma dei "dipendenti Saca SpA" che al primo cittadino sulmonese proprio non è piaciuta tanto da sottolineare al telefono che andrà a fondo della vicenda.
Tutti erano a conoscenza che i dipendenti Saca si sarebbero riuniti in assemblea ma nessuno, compreso il primo cittadino, sapevano che uno dei punti all'ordine del giorno fosse questa lettera di 11 righe che sosterrebbe il rinnovo del mandato all'amministratore unico, Domenico Petrella. Una presidenza non troppo digerita dal sindaco di Sulmona che un anno e mezzo fa decise insieme agli altri Comuni di rinnovare l'incarico ma con l'impegno ad una nuova valutazione, a distanza di 18 mesi, per capire se gli obiettivi prefissati fossero stati raggiunti. Tra questi la ripartizione delle quote che, sembrerebbe ancora in alto mare. Una questione, questa, che potrebbe oggi costare la poltrona a Petrella. Il passaggio della lettera che ha portato qualche punto interrogativo è quello dove i "dipendenti Saca" scrivono:"esercitando il diritto di partecipazione a scelte aziendali che hanno diretta ricaduta nella propria vita lavorativa e familiare chiediamo ai sindaci dei Comuni soci di garantire la coerenza e la continuità gestionale". Una frase che ha portato i tanti sindaci, 19 per la precisione, a chiedersi cosa potrebbe cambiare nella vita dei dipendenti seppur dovesse cambiare presidente.
Barbara Delle Monache
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